Nel 2014 in D all’Olginatese, oggi espugna lo Stadium: la notte di Dionisi contro il modello Allegri
Quando Allegri si accomodava sulla panchina della Juventus, Dionisi iniziava la sua carriera da allenatore in Serie D. Tra i due grande rispetto, e molti aspetti in comune
Una sfida, quella tra Max Allegri e Alessio Dionisi, che solo qualche anno fa sembrava impossibile. Il motivo è presto detto, ed è facilmente riconducibile ad un dato: nel 2014, ovvero quando Allegri si sedeva sulla panchina dei bianconeri per la prima volta ( 200 panchine fa con quella contro il Sassuolo ), Dionisi si affacciava a questo mondo alla guida dell’Olginatese in Serie D. Insomma, due mondi a parte.
Mondi opposti ma mai così vicini
Mondi opposti vero, anche se il tempo è poi in grado di regalare similitudini che solo un occhio attento è in grado di notare. L’esperienza al Sassuolo per entrambi, giusto per citarne una, oltre ad una partenza a rilento che ha colpito anche lo stesso Dionisi ( ricordate Allegri sulla panchina del Cagliari? ), senza dimenticare che, se da un lato lo stile di gioco può essere catalogato alla voce “io il calcio lo vedo come voglio” e dunque ognuno è libero di pensarla come vuole, dall’altro è innegabile che pensieri e parole espresse riconducano ad una unicità del penisero del gioco del calcio da parte di entrambi.
Tra i due un rispetto che nasce da lontano, e che gli stessi protagonisti hanno esplicitato alla vigilia del match dello Stadium. “Allegri è un allenatore che stimo tanto ma non è l’unico”, così parlava Dionisi in conferenza stampa pre match con lo stesso Allegri che rispondeva: “Vincere non è mai semplice, lui ha vinto un campionato di Serie B molto giovane. Il Sassuolo gioca bene, con concetti un po’ diversi da prima ma sta facendo bene”.
Parole a firma Max Allegri, uno che di campionati vinti ne sa qualcosa e che oggi si ritrova a dover rincorrere anche “a causa” dello scherzetto di Dionisi. Dionisi, appunto, che torna a casa con aspetti positivi e negativi. Quello positivo, il risultato, corredato da un’emozione che quasi si tramutava in lacrime al fischio finale.
Quello negativo, una botta al collo che forse gli toglierà il sonno per qualche giorno. “Regalo” dei suoi giocatori al triplice fischio, anche se è lo stesso allenatore del Sassuolo ad ammettere che in fin dei conti “vado a casa con il dolore più che volentieri”.
Una serata che difficilmente dimenticherà. Oltre al primo successo del Sassuolo in quel di Torino, Dionisi si toglie anche la soddisfazione di battere una squadra alla quale era stato vicino in passato (parliamo dell’Under23) e di dare nuovo slancio alla stagione del suo Sassuolo. “Sulla carta è impossibile” aveva detto alla vigilia. Così come avrà pensato centinaia di volte sui campi di D che forse, arrivare un giorno allo Stadium da allenatore, potesse rappresentare un sogno quasi irrealizzabile. Il duro lavoro però alla fine paga sempre, e l’utopia di qualche anno fa è ormai solo un lontano ricordo.