La partita più “normale” nei giorni più anomali
Juventus-Parma 3-1: il campo fa quasi da contorno rispetto all’atmosfera. Ma la Superlega sta diventando già un ricordo
In un mercoledì normale, di una settimana normale, di questa partita si sarebbe fatta cronaca. Anche perché il 3-1 che la Juventus rifila al Parma, sulla carta, non è così sorprendente. Poi è chiaro, c’era tanto di cui giocarsi: gli emiliani, sempre più giù, hanno bisogno di punti come ossigeno; lo stesso vale per la non brillantissima squadra di Pirlo, che torna sopra l’Atalanta in attesa della partita contro la Roma.
Forse, è vero, avremmo commentato la doppietta di Alex Sandro (la prima in carriera), o del gol di De Ligt, o della punizione di Brugman che spaventa la Juve, o della seconda partita consecutiva senza gol di Ronaldo. Ma è tutto anomalo.
Non è solo per il freddo che cala sull’Allianz pur essendo ad aprile. Allo stadio, quasi non si parla d’altro. Prima, durante e dopo. Superlega è forse il flash linguistico più veloce di sempre: in quarantotto ore è diventato il termine più cercato su Google, uno dei trending di Twitter. E all’Allianz, vuoto, è di casa. Striscioni? Pochissimi, esposti ieri da alcuni tifosi. Torino l’ha vissuta così, come spesso capita: modalità sabauda, soppesando gli eventi e aspettando di capire.
Juventus-Parma 3-1: occhi al campo e alla Superlega
Tutto il board bianconero era a bordocampo, durante il riscaldamento. Parlavano fitti, dopo che già davanti ai microfoni, Paratici aveva difeso l’idea destinata ad abortire Sugli spalti, si commentavano i due giorni più incredibili che il calcio moderno abbia vissuto, almeno di recente. Poi, parola al pallone: primo tempo con più Parma, secondo tempo con più Juve. Triplice fischio, applauso e abbracci finali, sotto le note dell’inno bianconero. Pirlo doveva pensare alla Champions, aveva detto: il gruppo ha dimostrato di farlo. Si volta pagina, capitolo chiuso.