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Settanta giorni non sono poi così tanti. In ottanta, Verne raccontava il giro del mondo. Il 10 novembre, il Ronaldo furioso lasciava il campo durante Juve-Milan, sostituito da Sarri. Era il 55’. Il 19 gennaio 2020, al 58’, avrebbe segnato la sua undicesima rete in sette partite consecutive. Cr-seveneleven: una crescita devastante. Anzi, una risposta devastante a chi iniziava a sollevare dei dubbi.


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Numeri da marziano (di nuovo)

Perché Cristiano è Cristiano. Sempre. E le statistiche esplodono. Undici gol in sette partite consecutive (nella Juve, dice Opta, l’ultimo fu Trezeguet nel 2005, con 8 gare a segno). È da 14 stagioni consecutive che segna oltre 15 reti in campionato (ora è a 16 e si trova a inseguire Immobile, nostra speranza per il prossimo Europeo). E poi, un tuffo nella storia: prima di lui, a farne 16 nelle prime 20 di campionato con la maglia della Juve, fu Omar Sivori nel 1960. L’idolo di Anastasi, che oggi l’Allianz ha omaggiato con un minuto di silenzio da brividi, seguito a un lungo e commosso applauso.


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La serata della Juve è un insieme di tante emozioni. Più di quelle che probabilmente i tifosi si sarebbero aspettati di vivere: ma il Parma è tosto, aveva già fermato l’Inter quando la Juve, curiosità, aveva pareggiato a Lecce. Non ricambia il favore, ma ci prova fino alla fine e quasi ci riesce. Solo che, con un Ronaldo così, è difficile riuscire a chiudere gli spazi. E lui esulta, esulta tanto. Una liberazione che parte da quel maledetto 10 novembre, quando Ronaldo sembrava un giocatore normale. Anzi, un po’ sottotono. Quando il gol, sì, lo faceva, ma spesso su rigore e a séguito di partite non da playstation, come ci si può attendere da lui.


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Da furioso a innamorato

Ora sta bene, e dimostra una leadership che lo porta a riprendere i compagni che corrono subito negli spogliatoi, dimenticandosi di salutare i tifosi a fine partita. A Torino fa freddo, molto. Ronaldo scalda l’atmosfera a modo suo. Cambia look, cambia allenatori. Ma non la sua voglia di vincere. Che poi, a pensarci bene, quando Orlando recupera il senno, torna “solo” innamorato. E forte. E immaginarci un Ronaldo sempre più innamorato di questa Juventus, può sembrare la più bella conclusione calcistica di una giornata intensa e carica, con la squadra di Sarri a +4 dalla seconda. Aspettando i mesi più caldi, quando i suoi gol conteranno di più. Ancora di più.