Juventus, Ronaldo: “Siamo felici, abbiamo cambiato per migliorare. Siamo migliorati”
La domanda si fa in italiano, lui risponde in inglese. "Un po' lo capisco, ma non riesco ancora a spiegarmi bene in italiano", dice Cristiano Ronaldo. Che interviene in conferenza stampa per la presentazione della gara contro il Lokomotiv Mosca di Champions League: "È la partita che conta, quella di domani. Se vinciamo, abbiamo il 50% di possibilità di passare il turno" dice. Per poi parlare della squadra: "Abbiamo cambiato per migliorare, siamo migliorati. Le posizioni sono precise, abbiamo più fiducia in noi stessi stiamo più in attacco. Ilmio ruolo è simile, sono contento perché gradualmente stiamo crescendo e siamo nella posizione che meritiamo. Abbiamo cambiato per migliorare, ripeto, siamo contenti".
"I trofei? La Juventus deve pensare in grande, cerchiamo di vincere tutto, sappiamo che non sarà facile ma è comunque possibile. Il Pallone d’Oro? Non ho molto da dire sull’aspetto individuale, conta il collettivo più di tutto". Su Sarri: "Mi piace il modo in cui si gioca, in cui si prepara la partita. Mi sembra che ci sia un lavoro diverso, più fiducia. E si vede. È cambiato il modo in cui ci muoviamo. Anche l'anno scorso abbiamo lavorato certo, ma ora è diverso. Creiamo tante palle gol, siamo in cima al campionato e stiamo facendo bene in Champions. Dobbiamo migliorare, ma finora siamo orgogliosi e felici, io lo sono e lo è tutta la squadra".
Sui record: "Sono arrivati sì, ma sono già il passato. Per me conta la squadra, ripeto. Su di me si parla tanto? A me fa male quando non si dice la verità. Questo mi ferisce. Nel calcio non ci sono molte cose che mi fanno arrabbiare o che mi rendono triste: lo accetto, è l'industria del calcio. Ho fatto parte di tanti club, ho vinto tanto, so cosa si vende. A parte il calcio ho una famiglia, dei bambini, una compagna: questa è la cosa più importante. Per me non è un problema se si hanno delle opininoni, se si parla di come sono sul campo. La cosa che mi rende felice? Vincere, segnare: tornare a casa e vedere i miei bambini che si complimentano. Questa è la mia motivazione, che mi fa scendere in campo per allenarmi, per giocare le partite".
"L'età è un numero, ma non significa che avere 33-34-35 anni sia indice di essere alla fine della carriera. Lo dimostro da come gioco, da come mi sento in forma, lucido, maturo. Questo fa davvero la differenza. Con Dybala e Higuain gioco bene, così come Bernardeschi e Cuadrado. Abbiamo giocatori fantastici, decide l'allenatore e sa cosa è meglio per la squadra e lo rispettiamo. Sono entrambi grandiosi giocatori, lo abbiamo visto due settimane fa contro l'Inter: prima Dybala e poi Higuain hanno segnato. Questo dimostra che è la squadra a contare".
"Molte persone della stampa dicono che la squadra giochi in un modo diverso quando c'è Cristiano o quando non c'è. E lo dicono anche quando sono in Nazionali. Non sono d'accordo: ci sono tante opionioni diverse, ma il modo in cui viene detto fa pensare che io non aiuti la squadra dal punto di vista difensivo. Ognuno ha il suo ruolo: non potrei fare il portiere o Buffon l'attaccante, ognuno ha il suo ruolo in una squadra. Io conosco il mio, il mio allenatore pure, la squadra anche e io so quello dei miei compagni. Lavoriamo tutti da squadra, otteniamo cose importanti solo se ragioniamo da squadra. Con Matuidi, Ramsey, Rabiot… Non importa chi ci sia: siamo tutti insieme e siamo una squadra".
Poi, una battuta: "Ma nessuno chiede del Lokomotiv?". Quindi si congeda.