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La calma, il gol e i fischi scacciati: la Juve riparte (anche) da Kean

Ronaldo e Kean. Kean e Ronaldo. In casa Juventus quasi non si parla d’altro. “Quando torna?”, ci si chiede sul primo. “Quando gioca?” sul secondo. Proprio prima della partita contro l’Empoli, Allegri era stato chiaro: “Ci vuole calma e pazienza con i giovani, o si perdono. Ha segnato in Nazionale, non dobbiamo pensare che sia come Messi e Ronaldo”. Riecco l’ombra di Cr7, che in campionato è stato quasi sempre determinante. Oggi, a esserlo è toccato al giovane Moise, il cui impiego dal 1’ è stato negato anche quando Dybala aveva alzato bandiera bianca nel riscaldamento, per un problema muscolare.

Ma lo aspettavano tutti in campo. E alla fine arriva il suo momento. Entra al 24’ della ripresa accolto da un’ovazione. I due gol in Nazionale l’hanno caricato. Hanno caricato tutto l’ambiente a dire il vero. Ci mette tre minuti a fare esplodere l’ “Allianz”: primo pallone toccato su sponda di Mandzukic e rete. 1-0, esultanza e una considerazione: stato di grazia. Tanto che ci prova e riprova, forse anche troppo: al 38’ gli capita l’occasione del raddoppio ma non la concretizza, mentre a 43’ è talmente tanto in foga che si scontra con Rugani durante una ripartenza.


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Vuole essere ovunque, vuole spaccare il mondo. “È il lavoro che fa tanto” dice ai microfoni di Sky. “Cristiano o Messi? Se lo dice il mister è giusto, ha ragione: non sono nessuno di loro due. Magari! Spero di poterlo essere un giorno, ma devo farne di strada…”. Il volto è quello di un ragazzo che sta vivendo un sogno, quasi emozionato (forse anche un pizzico stordito) di fronte alle telecamere. Ed è dai tempi di Balotelli che non si vedeva un giovane segnare 8 gol in Serie A (19 anni e 31 giorni Moise; 18 anni e 242 giorni Mario). Proprio quel Balotelli che lo aveva difeso e incoraggiato nei giorni scorsi.


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Nel segno mediatico di Ronaldo e Kean, in quello pratico di SuperMario, che oggi ha segnato una doppietta nel Marsiglia. Ed è in questa frase che si può racchiudere anche tutta la paura di Allegri, intenzionato a preservare un piccolo campione perché non si perda. Moise sa di avere il futuro davanti e la Juve vuole valorizzarlo il più possibile. Intanto, la sua rete ha trasformato i fischi di fine primo tempo in applausi al termine della gara. Non una cosa da poco per un giocatore che per volare davvero deve saper tenere i piedi ben ancorati a terra.