De Ligt: “Senza calcio sarei diventato uomo d’affari”
Matthijs de Ligt è tornato da Parigi con il sorriso e il trofeo Kopa fra le mani. E' stato votato come il miglior U21 della scorsa stagione. Ha osservato da vicino le emozioni di Virgil Van Dijk, arrivato secondo per il Pallone d'Oro dietro a Messi, per la delusione di Klopp. Pazienza, per un difensore è sempre difficile. Chissà se per il centrale della Juventus, un giorno, questo sogno non possa diventare realtà.
Il classe 1999 in estate è passato dall'Ajax alla Juventus. Un trasferimento costoso (QUI le cifre), che lo ha consacrato definitivamente come uno dei calciatori più importanti del mondo: "Se non fossi stato un calciatore sarei diventato un agente FIFA per provare a battere Mino Raiola – ha spiegato scherzando in esclusiva a France Football – o avrei cercato di reclutarlo. No, non ho mai pensato molto a cosa avrei potuto fare. Ero ossessionato da questa idea di diventare un calciatore. I miei genitori erano d'accordo, ma prima dovevo finire i miei studi. Sarei potuto diventare un uomo d'affari per vendere e comprare cose".
Alla fine, però, è diventato un calciatore. Lo sa bene l'Ajax, laddove è cresciuto: "Con i giovani, il mio miglior ricordo risale ai miei nove anni – ha continuato –c'è stato un torneo a Maiorca, in Spagna. Faceva molto caldo. Giocavamo contro l'Arsenal, lo Schalke 04, grandi squadre del genere. È stata una grande competizione, con un'atmosfera incredibile, che alla fine abbiamo vinto. Il mio miglior ricordo dei professionisti, invece, è la scorsa stagione nella sua interezza. Non riesco a far emergere qualcosa in particolare. Abbiamo vinto il campionato e la Coppa, eravamo molto vicini alla finale di Champions League. È stato favoloso! ".
Nel frattempo De Ligt si è trasferito alla Juventus, dove si è guadagnato la fiducia di Paratici. Ha anche conquistato la Nazionale, con cui ha fatto il suo esordio nel marzo del 2017: "Stavo facendo colazione al centro di formazione dell'Ajax. L'allenatore mi si è avvicinato per parlarmi. Mi chiedevo cosa volesse dirmi e ha annunciato che ero stato convocato dall'Olanda. Pensavomi stesse facendo uno scherzo, quindi sono andato su Internet e ho visto che era vero. Il mio telefono è esploso con tutti i messaggi che ho ricevuto. Ho immediatamente chiamato mio padre per dirglielo. È un tale onore poter giocare per la squadra nazionale. E riuscire a farlo a diciassette anni è stato incredibile. Ad essere sincero, sono rimasto davvero sorpreso, ma ero pronto".