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Juventus, Buffon: “A 38 non mi sento ancora adulto. Lasciare tra 10-15 anni? Chissà, magari a 65”

Da anni ormai si cerca di individuare il suo erede, ma in pochi si sono preoccupati di chiedere a Gigi il suo parere. Buffon non ha nessuna intenzione di smettere e non perde occasione per ribadirlo:

“A 38 anni non mi sento ancora adulto” – si legge nelle pagine di Tuttosport Credo che ognuno abbia il dovere di trovarsi una via d’uscita, perché se riesci a cavartela da solo avrai di te una stima immensa. Nella mia vita ho perso poco, ma le sconfitte mi hanno insegnato più delle vittorie. Quando perdo mi focalizzo sulla bravura del mio avversario e sugli errori commessi. E’ il modo corretto per non cercare alibi. Io ho commesso un’infinita di errori e li commetto tuttora, ma non mi vergogno mai di palesare il motivo dei miei sbagli. Lasce tra 10-15 anni? Chissà, magari smetto a 65…”.

Il portierone della Nazionale e della Juventus regala diversi aneddoti della sua vita: “Ho rifiutato pasticche a 13 anni. Un ragazzo, a Parma, me le offrì per divertirmi, io dissi no e lui morì tre anni dopo per overdose. Con il mio carattere e la mia personalità ho scelto di credere nelle cose giuste. Dallo sport mi porterò dietro la certezza che nulla è scontato oimpossibile. I sogni vanno coltivati ma devi creare equilibrio e sintonia con te stesso e avere voglia di soffrire. Sono sempre stato un capoccione, volevo sbattere la testa per capire. E ho capito che se fai qualcosa in più per migliorarti arrivi all’obiettivo. Ho quasi 39 anni, ma se penso che a 31 mi sono operato alla schiena e molti dicevano che non sarei più tornato… Sono stato fortunato, ma anchetenace nel voler stupire pure me stesso”.

In chiusura d’intervento Buffon dà alcuni consigli sul come sconfiggere la paura: “Per le responsabilità del mio mestiere faccio fatica ad avere paura nella vita: so che riuscirò a convincere gli altri delle mie scelte. Degli avversari ho sempre avuto rispetto: non puoi pretenderlo dagli altri se non sei il primo a darlo. Ma non abbasse mai la testa. Lo dico spesso ai miei compagni giovani: non credete a chi sostiene di non aver paura, io stesso ho il timore di commettere errori. La paura c’è, anche nelle partite più importanti. Ma la cosa che più mi emoziona è trovare il coraggio per sconfiggerla”.