La prima gioia con la Francia e i titoli da protagonista col Crystal Palace: Mateta, scusate il ritardo

La convocazione in nazionale e la tripletta contro il Bournemouth: ecco Jean-Philippe Mateta.
Cinque gol in campionato e una tripletta realizzata nell’ultimo match casalingo del Crystal Palace contro il Bournemouth. Poteva essere un poker, visto il gol sbagliato negli istanti finali della partita, ma Jean-Philippe Mateta si è (ri)presentato così in Premier League, attaccante francese che era stato fortemente cercato dal Torino e anche dall’Atalanta per sostituire Retegui. Un percorso di crescita continuo che lo ha portato a essere tra i principali protagonisti della scorsa stagione del Crystal Palace: 14 gol e 2 assist in campionato, l’FA Cup vinta contro il Manchester City e la conquista del Community Shield. Numeri e traguardi che gli sono valsi la convocazione in nazionale per la prima volta, battezzata anche dal gol all’Islanda.
Ma andiamo con ordine, perché la storia di Mateta parte da lontano. Nato a Parigi ma con origini congolesi, è cresciuto seguendo il mito di suo papà che è stato un ex calciatore professionista che ha smesso di giocare a causa di numerosi problemi fisici. È stato proprio questo uno dei motivi per il quale ha sempre cercato di allontanare il figlio dal calcio, ma grazie alla mamma è riuscito a coronare il suo sogno. Come? Dando il suo numero di telefono all’allenatore delle giovanili della squadra del quartiere. Da lì in poi la sua carriera ha spiccato il volo verso palcoscenici sempre più importanti.
Comincia tutto nei vivai di Sevran e Drancy, poi il trasferimento allo Châteauroux e la firma nel giro di pochi anni del suo primo contratto semiprofessionistico. Con 11 gol in 22 partite di National (terza serie francese) nel 2015-16 Mateta viene acquistato dal Lione, ma l’exploit definitivo arriva al Le Havre, in Ligue 2, dove realizza 17 gol che permettono ai francesi di centrare i playoff.
Questo rendimento gli vale prima il trasferimento in Bundesliga con il Mainz e poi l’acquisto da parte del Crystal Palace. Dopo poche presenze con Vieira e Hodgson, Mateta ha convinto sin da subito Oliver Glasner a puntare su di lui per spirito di sacrificio e caratteristiche. Tutto il resto, come ben sappiamo, è storia.
La maglia dentro i pantaloncini e lo stile “tucking-in”
Gol e…“tucking-in”. Di cosa si tratta? Mateta, ha attirato l’attenzione perché tiene sempre la maglia infilata nei pantaloncini. Un’abitudine diventata rituale, tanto che in una intervista ha spiegato che tutto è iniziato per scherzo, ma poi è diventato una sorta di rituale personale.
Gli ricorda la giovinezza, lo faceva da ragazzino, e anche i tifosi lo adorano per questa particolarità. E per Glaser invece? Ovviamente non ci sono problemi, anche perché se questo rituale funziona non ci sono motivi per cambiare.
Dall’argento olimpico con la Francia all’esordio con i grandi
Mateta ci ha impiegato 28 anni, 3 mesi e 11 giorni per ottenere la sua prima convocazione in nazionale, ma il percorso del francese ha avuto anche un’altra tappa importante che lo ha portato all’argento olimpico durante le Olimpiadi disputate a Parigi nel 2024 dove è stato il vero protagonista della squadra allenata da Thierry Henry.
Segna la sua prima rete nella vittoria per 3-0 contro la Nuova Zelanda, realizza il gol del 1-0 contro l’Argentina ai quarti di finale, mentre nella semifinale vinta per 3-1 contro l’Egitto sigla una doppietta. L’ultimo gol lo segna nella finale dove però la Francia viene sconfitta per 5-3 dalla Spagna.
Il feeling tra Mateta e Glasner: parola d’ordine valorizzazione
Tra Mateta e Glasner c’è un feeling particolare che ha portato gol e soprattutto titoli al Crystal Palace. Arrivato dopo 27 gol in 3 stagioni in Bundesliga con il Mainz, nel 3-4-2-1 dell’austriaco il francese è messo nelle migliori condizioni di agire. In questo modulo, gli attaccanti devono lavorare molto anche senza palla, partecipando al pressing e ai movimenti senza palla. Per Glasner, dunque, l’attaccante non dev’essere solo un finalizzatore ma anche uno abile nei movimenti senza palla, nel dialogo con i compagni e nella lettura.
Nel corso della sua carriera da allenatore, Glasner ha avuto modo di allenare e valorizzare tanti attaccanti. Tra questi troviamo Wout Weghorst ai tempi del Wolfsburg e Kolo Muani all’Eintracht Francoforte. Mateta potrebbe essere la nuova scommessa vinta da Glasner, un allenatore che ci ha preso piuttosto gusto a valorizzare i propri attaccanti.
A cura di Gerardo Guariglia