Dall’Entella alla Roma passando per l’Inter nel giro di nemmeno un anno: se avessero pronosticato qualcosa del genere a Nicolò Zaniolo giusto qualche tempo fa, probabilmente anche lui avrebbe pensato ad uno scherzo. Soprattutto dopo che la Fiorentina nell’estate 2016 l’aveva invitato a cercarsi un’altra squadra senza troppi giri di parole. Invece è tutto vero. E il merito è solo suo perché ci ha sempre creduto. Sempre. A suon di prestazioni da 10 – come il suo numero di maglia – che hanno fatto parlare di quel mancino talent scout di mezza Europa. Se dalle parti di Roma ancora non sanno chi sia, impareranno presto a conoscere il sesto acquisto dell’estate di Monchi.
Trequartista con una grande peculiarità: l’esser decisivo. 14 gol e 11 assist nella scorsa stagione. Elegante poi, nonostante un fisico importante di ben 1 metro e 90. Chi come papà Igor l’ha visto crescere lo paragona al Flaco Pastore. E, guarda caso, presto proprio con l’argentino condividerà lo stesso spogliatoio. Il destino: una costante nella carriera del prossimo giocatore della Roma. Nicolò invece, dal canto suo, ha sempre avuto come modello Kakà. “Mi sono innamorato calcisticamente di lui, mi brillavano gli occhi quando lo vedevo giocare”. Sì, perché prima di vestire la maglia nerazzurra il classe ‘99 era tifoso milanista.
Il calcio è sempre stato la sua vita fin da piccolo quando seguiva papà Igor in giro per l’Italia durante gli ultimi anni da calciatore di quest’ultimo. È proprio ammirando Zaniolo Senior che Nicolò ha iniziato ad amare questo sport. “I primi calci al pallone li ho tirati a Salerno quando papà giocava alla Salernitana. Vederlo giocare mi emozionava”. Da lì in poi ha iniziato a prendere a calci ogni cosa che trovava per strada. Coltivando, giorno dopo giorno, il proprio talento a La Spezia, dove la famiglia Zaniolo si trasferì definitivamente una volta che papà Igor appese gli scarpini al chiodo. E dove Nicolò trascorreva i pomeriggi a giocare all’oratorio con gli amici fino a sera.
Fuori dal campo Zaniolo è sempre stato un ragazzo esuberante e solare. Un leader con un obiettivo ben chiaro. Tanto da anteporlo per forza di cose alla scuola. “Con lo studio non è mai andato male ma diciamo che in classe seguire le lezioni era l’ultimo dei suoi pensieri”, parola di papà Igor. Nonostante tutto, Nicolò ha saputo vivere il calcio con dedizione ma allo stesso tempo in maniera spensierata: essere ‘figlio di’ non gli è mai pesato. Anzi. L’ha sempre considerato un vantaggio, facendo propri i numerosi consigli di chi aveva vissuto di questo sport tutta una vita.
In particolare nel momento più difficile della propria carriera, quando la Fiorentina decise di non puntare su di lui nell’estate 2016 dopo 9 anni in maglia Viola. Delusione, amarezza. Non se lo sarebbe mai aspettato. In quel momento non sapeva ancora che si sarebbe ‘vendicato’ con gli interessi: prima quando in maglia Entella ha eliminato la Viola – segnando anche un gol – in Seminfinale di Tim Cup Primavera, poi nell’ultima stagione con l’Inter vincendo sempre contro la Fiorentina la finalissima del Campionato Primavera. Il destino, di nuovo.
Proprio all’Entella ha trovato la forza per ripartire e soprattutto un club dove poter crescere e sbagliare senza alcuna pressione. Tornando a vivere a casa a stretto contatto coi propri cari. Su e giù da La Spezia a Chiavari: arrivava un pulmino a prenderlo alle 13:50 ed intorno alle 18 lo riportava a casa. Così ogni giorno. Poi, dopo gli allenamenti ‘coi grandi’, ci pensava il compagno Pecorini a trasportarlo dal campo al ristorante dove pranzava la squadra visto che Zaniolo non era ancora patentato.
L’allenatore della Primavera Gianpaolo Castorina si innamorò a prima vista di quel ragazzo che voleva dimostrare a chi gli aveva concesso la possibilità di rilanciarsi quanto avesse fatto bene a puntare su di lui. Divenne un punto di riferimento per la Primavera fino a giocarsi una storica finalissima di Tim Cup Primavera proprio contro la Roma, la sua futura squadra. Ed ecco il destino che ritorna per l’ennesima volta. “Scendere in campo all’Olimpico è stata un’emozione grandissima”. Ora potrebbe diventare la normalità.
Non solo. In quella stagione collezionò anche 7 presenze in B. L’Entella come rampa di lancio verso l’Inter al prezzo di circa 2 milioni di Euro e l’ufficialità del trasferimento in nerazzurro il 2 luglio 2017, giorno del suo diciottesimo compleanno. Strappato alla concorrenza di Tottenham, Colonia, Juve, Roma, Sassuolo e non solo. Con Spalletti che lo volle con sé fin da subito nella tournée asiatica.
Prima gioia di una stagione da assoluto protagonista - con tanto di titolo di Campione d’Italia Primavera in bacheca - conclusasi con questo trasferimento alla corte di Di Francesco. Elogi su elogi, in particolare dall’allenatore dell'Inter Primavera passato ora al Venezia, Stefano Vecchi: "Ha fisicità e qualità, un mix micidiale. Non sempre è riuscito a dimostrarlo, ma è davvero forte. Anzi, semplicemente devastante". Beh, davvero niente male per chi è stato protagonista nel giro di un anno di un salto dall’Entella alla Roma, passando per l’Inter. E che ora, giunto in giallorosso, non si vuole certo fermare.