Walter Sabatini si racconta con sincerità e onestà in un libro. I contenuti dell'autobiografia intitolata "Il mio calcio furioso e solitario" sono stati anticipati da Repubblica, che per l'occasione ha intervistato l'ex direttore sportivo di Roma, Bologna e Salernitana fra le altre.
"Mi sento colpevole di tutto, di ogni sconfitta, di qualsiasi cosa capiti attorno a me, anche delle macerie, di non aver portato lo scudetto alla Roma, di aver tolto un sogno alla gente, quella cosa che non successe mi pesa e mi marchia": questa una delle dichiarazioni più significative.
Walter Sabatini: "Non ho risparmiato nulla al mio corpo"
In un altro passaggio dell'intervista, Sabatini rivela: "Ho fatto di tutto per suicidarmi, senza successo. Il mio corpo è ferito perché non gli ho risparmiato niente, l'ho usato, ne ho abusato, ho vissuto tutto con lui: sesso, scontri, rabbie, viaggi".
I retroscena sugli addii a Bologna e Sampdoria
Sabatini ha anche raccontato alcuni retroscena delle sue esperienze più recenti: "Non sopporto chi insulta i miei uomini, anzi non lo permetto. Saputo, il presidente del Bologna, ha urlato: questa è una squadra di merda. Per messaggio gli scrivo che il responsabile sono io e che ci sta che me ne vada. Lui il giorno dopo concorda". E ancora: "Alla Sampdoria ho fatto quasi a botte con Ferrero perché inveiva contro l'allenatore Giampaolo dopo una brutta partita persa a Bologna".
Sabatini sul suo futuro
Dunque Sabatini si lascia andare anche ad alcune confessioni più personali, come quelle che riguardano il periodo trascorso in coma: "Ero arrabbiato perché non mi passavano la segreteria vaticana, sapevo che Papa Francesco, da tifoso, stava cercando di rafforzare la squadra del San Lorenzo. E non vengono a chiedere consigli a me sul mercato argentino?". Sul futuro Sabatini si esprime così: "Sono fermo da un anno, ho crisi di astinenza, ma sono anche curioso di questo libro. Voglio sia un successo, non posso sopportare un fallimento".