Vincenzo Vivarini, storia di un "cacciatore" che fa sognare Catanzaro
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Data: 13/10/2023 -

Vivarini, il "cacciatore" che fa sognare Catanzaro: "Spero di riportarlo dove merita"

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L'allenatore delle Aquile si racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com: "Ho capito subito che qui avrei potuto realizzare ciò che avevo in mente"
L'allenatore delle Aquile si racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com: "Ho capito subito che qui avrei potuto realizzare ciò che avevo in mente"

Predatore. Stratega. Comandante. Nella pratica della caccia, il principale protagonista tendenzialmente prova ad integrare al meglio questi tre stereotipi di personalità. Il cacciatore, personaggio silenzioso e pragmatico, cura il dettaglio, lavorando con pazienza e prudenza per raggiungere l’obiettivo. Le stesse accortezze e meticolosità avute da Vincenzo Vivarini per plasmare il Catanzaro dei record. 

“Sono appassionato di cinofilia, i cani da caccia - racconta in esclusiva ai microfoni di gianlucadimarzio.com - Questo mi aiuta molto, perché mi dà la possibilità di scaricare la tensione. Sei sempre sotto pressione, hai bisogno di qualcosa che ti permetta di rilassarti. Però mi aiuta anche sotto un altro aspetto: noto le differenze di un galoppo tra un cane e l’altro, questo mi ha dato anche la capacità di valutare la coordinazione, l’equilibrio, la tecnica, la classe di un calciatore”.   

 

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 Ma torniamo indietro. È l’inizio del mese di dicembre del 2021, il Catanzaro ha appena esonerato Antonio Calabro e cerca l’allenatore per ripartire. La scelta ricade sul protagonista della nostra storia: “Avevo altre possibilità, ma dopo l’ultima esperienza alla Virtus Entella sentivo l’esigenza di avere dei giocatori che si adattassero alle mie idee di gioco. Quando mi ha chiamato il Catanzaro ho capito che potevo realizzare il lavoro che avevo in mente”. 

Lo stratega: studio e metodi per (ri)costruire il Catanzaro

Lo studio di ciò che si ha a disposizione, degli strumenti e dei mezzi per cominciare a lavorare: stratega. “Quando sono arrivato ho trovato una squadra con una mentalità diversa rispetto alle mie idee. E quando sei in queste situazioni non puoi entrare a gamba tesa: ho lavorato facendomi apprezzare per le mie idee. Credo molto nel lavoro, per questo sono convinto che per attuarlo ci voglia del tempo. Abbiamo assecondato le qualità positive che la squadra possedeva, ma la svolta è arrivata dalla partita col Palermo (0-0 al Ceravolo, ndr)”. 

 

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 Punti, vittorie e unità d’intenti. La squadra comincia a riunirsi con la città e viceversa: “Siamo arrivati secondi, poi il i playoff e alcuni episodi ci hanno penalizzato. Ma abbiamo avuto la capacità di accettare tutto anche dopo la sconfitta di Padova. Lì è nata la cavalcata dell’anno scorso”. 

Il predatore: “Le mie idee avevano bisogno di tempo: avevo necessità di ricreare abitudine a determinate situazioni” 

Il Catanzaro che stravince il girone C di Serie C nasce a Padova. In un domenica di fine maggio in cui un popolo intero riceve l’ennesima delusione dell’ultimo ventennio. Fuori ad un minuto dalla fine della semifinale playoff. “Qui ho avuto quello che cercavo. Una squadra per avere dei risultati deve avere dei giocatori che mettano in pratica ciò che dice l’allenatore. Io avevo un gruppo che era stato la miglior difesa nella stagione precedente. Andavano solo inseriti i tasselli giusti che completassero il tutto”. 

 

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Ecco il predatore: pronto a cogliere l’attimo essendosi già preparato da tempo: “Il mercato vero lo abbiamo fatto a gennaio del 2022: sono arrivati Sounas, Iemmello, Biasci. Giocatori che ci hanno dato quello spessore tecnico per poter lavorare in un certo modo. In estate poi abbiamo inserito giocatori di livello assoluto. Uno come Brighenti ad esempio: non è stato scelto perché forte come difensore, ma perché adatto a sviluppare il nostro gioco. Stesso discorso per Ghion, trattato già a gennaio. Serviva uno con le sue capacità tecniche”. 

“Comandante come Vivarini non c’è” 

Comandante. Così lo descrivono Gioman e Killacat, cantautori catanzaresi, nella canzone celebrativa per la promozione in B. Una cavalcata incredibile, vittorie su vittorie macinando record. “Non guardo mai la classifica, mi piace vivere al presente. Lo scorso anno siamo partiti decisi, abbiamo fatto tesoro di pareggi come quello di Cerignola, ad esempio, che ci ha dato una forza incredibile. Abbiamo avuto sempre la consapevolezza di essere forti. Alla fine la giornata di Salerno è stata un’esplosione”. 

 

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 Quel giorno “magico”. Oltre 10mila cuori giallorossi a spingere le Aquile verso la B. Unitá e passione di un popolo soprattutto nelle parole e nel racconto di Vincenzo Vivarini: “Questa è una città particolare. Divisa su tutti i fronti, ma che trova unità nella squadra di calcio. C’è un’integrazione pazzesca tra le due componenti. Lo si vede giornalmente, questo ti suscita l’attaccamento alla maglia dandoti motivazioni altissime”. 

 

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Il cacciatore: pragmatismo e concretezza anche in Serie B 

È un Catanzaro divertente anche in Serie B. Vittorie, bel gioco, ma concretezza e maturità per un gruppo cresciuto in quasi 2 anni di lavoro sotto la sapiente guida di Vincenzo Vivarini. I giallorossi sono tornati in questa categoria dopo 18 anni e svariate delusioni playoff: Sono molto concentrato sulle cose che non vanno bene. Le difficoltà quest’anno si sono quadruplicate perché trovi squadre forti e consolidate nella categoria. Bisogna tenere alta la concentrazione, perché se pensiamo di avere un obiettivo facile abbiamo sbagliato tutto. Affrontiamo il campionato con umiltà, con armi che avevamo ma che ora non bastano. Speriamo di riuscire a continuare con questo trend di risultati che ci permetterebbe di far felice un’intera regione. Perché tutta la Calabria tifa Catanzaro”. 

 

3-5-2 come marchio di fabbrica. Proprio come il suo maestro Maurizio Sarri, svelandosi anche un particolare aneddoto sul loro rapporto (GUARDA IL VIDEO). 

Pacatezza, silenzio e pazienza. In campo come nella vita: “Dovresti essere sempre un leone in questo mondo. Nella mia carriera ho ricevuto tante cattiverie, però me le sono sempre fatte scivolare addosso uscendone con positività. Nel calcio bisogna essere veri, rappresentare il proprio modo di essere. Quello che sono in campo, lo sono anche nella vita. Molto riflessivo e attento. Riesco sempre a percepire tutto ciò che ruota intorno me e alla squadra”. 

Sinonimo di pensieri e continua riflessione per migliorare la sua creatura, il suo Catanzaro. Il finale della favola non lo nomina l’allenatore di Ari, ma in cuor suo sente il peso di un intero popolo che vuole cominciare a sognare.

Buona caccia Vincenzo. Il "cacciatore" che fa sognare Catanzaro. 

A cura di Francesco Marra Cutrupi

Tags: Serie B



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