Esperienza breve e finita male, nel modo più inaspettato. Dopo il pareggio con il Bologna per 2-2 (primo punto della sua gestione dopo tre sconfitte), Gian Piero Ventura ha comunicato a squadra e società le sue dimissioni da allenatore del Chievo. Una notizia divenuta quest’oggi ufficiale, con la società del presidente Campedelli che con un comunicato ha annunciato la risoluzione contrattuale con l’allenatore.
A motivare le ragioni della scelta (qui), arrivano adesso le verità rilasciate dallo stesso Ventura all’ANSA: “Stavolta non tollero menzogne, mi sono dimesso dal Chievo non per i risultati - sarei andato via anche in caso di vittoria col Bologna - ma perchè io e la società volevamo raggiungere la salvezza attraverso due strade diverse. E ho rinunciato a due anni di contratto senza chiedere né pretendere alcunché”.
“Sono arrivato al Chievo perché il presidente Campedelli è un amico e perché il momento di difficoltà della squadra coincideva con la mia grande voglia di riprendere ad allenare. Ho poi deciso di interrompere il rapporto, non per i risultati, ma quando ho avuto la certezza che, benché volessimo raggiungere lo stesso obiettivo, cioè la salvezza, io e la società volevamo perseguirla attraverso strade diverse”, ha proseguito l’ex Ct dell’Italia.
“A quel punto, né io potevo pretendere che loro sposassero le mie idee, né loro potevano pensare che io condividessi il loro percorso. Ho rinunciato a due anni di contratto consensualmente", ha concluso Ventura. Chievo che al suo posto ha ufficializzato l’arrivo di Di Carlo.