Guardando bene, in fondo all’orizzonte, c’è una striscia nera. Si vede soltanto in giornate particolarmente belle. È la Siria, perché siamo a Cipro. Un’isola lontana, dalla nostra cultura, dall’Italia. Eppure, in quest’isola, non sono pochi gli italiani che stanno costruendo un qualcosa di improntate per le loro carriere. Veri e propri destini incrociati.
Come Marco Motta, ex Juventus, oggi difensore dell’Omonia, oppure il direttore sportivo dell’Apoel Nicosia Teti, che ha individuato in Paolo Tramezzani l’allenatore ideale. Eppure, c’è anche un’altra storia, tra queste, che merita di essere raccontata. È quella di Fabio Mazzone, vice-allenatore dell’Enosis Neon Paralimni FC. Oggi Fabio è il numero due del danese Carit Falch, l’allenatore, ex CT della Lituania Under 21. I due si sono raccontati ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com.
Subentrati ad inizio dicembre, l’esordio è stato subito ottimo: “Abbiamo vinto contro l’AEK Larnaca per 2-1, una partita importante, contro una squadra che ha battuto lo Zurigo in Europa League”, raccontano insieme Fabio e Carit. Poi la seconda partita, contro l’Apollon che ha giocato contro la Lazio in Europa League. Una sconfitta, che però non ha demoralizzato il duo. E infatti sono poi arrivati due pareggi (il primo punto in trasferta della stagione) e una vittoria per cinque a uno in Coppa.
Fabio racconta la sua esperienza: “Ho giocato in Italia, poi mi sono spostato in Inghilterra, al QPR. Ho lavorato nel settore giovanile, un’esperienza unica che mi ha formato, in un’ambiente davvero fantastico dove hanno cresciuto talenti importanti. Poi sono andato ad una conferenza, e proprio lì ho incontrato Carit, che aveva già esperienza nella Serie A danese. Ci siamo conosciuti, abbiamo iniziato a parlare e mantenuto un buon rapporto. Poi quando è nata quest’opportunità mi ha chiamato. Quando era allenatore della Nazionale Under 21 sono andato a trovarlo per capire come lavorava”.
Due persone, due allenatori con esperienze passate diverse, e che ora hanno tra le loro mani una squadra di Serie A. Una grande occasione. Uno snodo fondamentale nelle loro vite.
Adesso Carit ci racconta il calcio cipriota, e le sue differenze con il resto dell’Europa: “È un calcio di possesso, molto aperto, ci sono tanti gol. Creare gioco è alla base della loro cultura, più che fermare l’avversario. Il livello qualitativo si sta alzando anno dopo anno, diversi stranieri vengono qui a giocare. Nella nostra squadra, ad esempio, ci sono 14 nazionalità diverse. Eyong Enoh è stato un centrocampista dell’Ajax per diversi anni (dal 2008 al 2014 ndr.). Il materiale non manca…”
E l’ambiente? “Simile a quello italiano - dice Mazzone - non ci sono tanti tifosi allo stadio in questo momento, perché stanno protestando contro una misura del governo simile alla Tessera del Tifoso. I nostri tifosi però ci stanno dimostrando grande affetto, abbiamo ricreato in poco tempo un calcio appassionante. Cerchiamo di fare qualcosa di importante in una piccola realtà che ha grande ambizione. L’obiettivo, a lungo termine, è quello di andare in Europa”.
Così finisce la nostra chiacchierata, devono andare. Ma prima di salutarci, un’ultima domanda. Quella classica che si fa ad un italiano all’estero: “Ti piacerebbe tornare?”. Fabio Mazzone risponde in maniera chiara: “Certo, un giorno sì. Carit ha già ricevuto diverse offerte all'estero prima di accettare quest'ultima. E se dovesse in futuro arrivare una chiamata dall'Italia la valuteremmo attentamente”. Prima però c’è da portare avanti il progetto Paralimni. Un progetto che lo vede protagonista.