Dal mese di dicembre 2019, ben prima, dunque, dell’emergenza determinata dalla pandemia, i dipendenti del Trapani Calcio non percepiscono gli stipendi. L’annuncio arriva dagli stessi 23 dipendenti che hanno scritto al sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida.
Nonostante non siano stati retribuiti, hanno continuato a garantire il proprio impegno quotidiano “per il senso di responsabilità, che li ha sempre contraddistinti, nella consapevolezza che il lavoro di ciascuno è fondamentale per tenere in vita un patrimonio – la squadra di calcio della propria Città – che appartiene a tutti e che contribuisce, concretamente, a diffondere un’immagine positiva del territorio”.
La situazione è diventata giorno dopo giorno sempre più critica e ad oggi i dipendenti non hanno percepito gli stipendi di gennaio, febbraio, marzo, aprile. Per quanto riguarda maggio, difficilmente oggi si può ipotizzare una prospettiva concreta di ricevere quanto dovuto.
“Oggi si è arrivati allo stremo – si legge nella lettera - nel silenzio totale da parte della Proprietà, nonché del Consiglio d’Amministrazione e del Collegio Sindacale, che, per quanto risulta, sono a conoscenza della situazione, potendo contare solo sul supporto del direttore generale Giuseppe Mangiarano, rimasto a Trapani anche nel periodo del lockdown, anch’egli per senso di responsabilità, nei confronti di tutti i dipendenti e dell’Azienda, cercando, tra innumerevoli difficoltà, di portare avanti la mission aziendale e di consentire al Trapani Calcio di mantenere la categoria in cui attualmente milita. Le uniche risposte – indirette – che sono giunte ai dipendenti, nonostante le ripetute sollecitazioni affinché si potessero conoscere quantomeno i tempi per la corresponsione di quanto dovuto, sono state che “se entrano soldi saranno pagati gli stipendi”. Risposta inaccettabile”.
Nel dettaglio gli stipendi dei dipendenti sono subordinati ad un eventuale introito di cui, per forza di cose, non si conoscono i tempi.
“Se, oggi, l’attuale Proprietà del Trapani Calcio non è in grado di dare risposte ai propri dipendenti, certamente anche per via delle problematiche determinate dalla pandemia, che hanno inciso sulla propria attività aziendale, è il caso, per rispetto nei confronti delle persone che lavorano e dell’intera Città, che si porti chiaramente a conoscenza di tutti la reale situazione. Il silenzio – continua la lettera - il profilo basso tenuto in questi mesi da parte di tutti i dipendenti, pur tra enormi disagi, sono stati determinati dalla dignità di ciascuno e dalla fiducia riposta nella Proprietà, affinché si potesse trovare una soluzione in tempi ragionevoli. Ma oggi non si può più tacere”.
Francesco Tarantino