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Data: 27/07/2017 -

Tranquillità totale, un camion per store e quel sottilissimo legame rossonero con la Romania: l'Euroviaggio del Milan riparte da Craiova

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Lontana, sfuggente, ma pur sempre presente. La leggera sfumatura che lega il ritorno del Milan in Europa alla Romania rievoca inevitabilmente, nell'epopea d'oro Berlusconiana che fu, la nascita di un ciclo vincente a livello internazionale partito proprio contro chi, del fotbal, è stato storicamente simbolo più rappresentativo: e se il 4-0 nella finale di Coppa di Campioni alla Steaua, nel trionfo rossonero del Camp Nou, figurava come primo, vero step verso una grandezza mai più raggiunta, il preliminare di Europa League alle porte contro il Craiova ha il sapore di una ripartenza cercata, voluta e trovata. Ad oltre tre anni di distanza da un'ultima comparsa europea che, dalle parti di San Siro, il popolo milanista vorrebbe ritrovare come più semplice consuetudine.

Obiettivo (ri)nascita, per un paragone con le ovvie e dovute proporzioni: cambio di proprietà (come più di 30 anni fa), tante novità già registrate e alle porte e la voglia di iniziare, anche con la proprietà cinese a capo, un nuovo ciclo vincente. E parallelamente, proprio da una Bucarest rinnovata in un modernissimo aeroporto ma capace di mantenere la sua integrità negli angoli ancora marchiati dal vecchio regime comunista, ha preso il via anche il cammino di chi è pronto a documentare il nuovo capitolo europeo rossonero. Storie di scarsa flessibilità oraria aerea verso Craiova e di un programma che, quasi per il già citato scherzo del destino, riconduce tutto alla partenza dalla capitale: 300 km e 3 ore di treno, attraversando una distesa infinita di campagne, per raggiungere la sede del momentaneo alloggio milanista.

Entusiasmo per un'occasione più unica che rara? Tantissimo, a giudicare dai 18mila biglietti venduti nel giro di poche ore: ma per un "Municipal" di Drobeta Turnu Severin esaurito in ogni ordine di posto, e raggiungibile ad un'ora di macchina da Craiova, le strade del capoluogo del distretto di Dolj lasciano trasparire la più totale tranquillità. Piata Mihai Viteazul, con la prefettura sullo sfondo, apre il centro di una cittadina di trecentomila abitanti tremendamente silenziosa, in cui qualche tifoso sparso approfitta del furgone-store dell'Universitatea per acquistare il merchandising ufficiale del club: e l'interesse, inevitabilmente, non può che finire sulla sciarpa ufficiale del match, divisa tra biancazzurro e rossonero. L'unica anima capace di far filtrare un pizzico di interesse resta un tassista dall'italiano fluente, visto il recente passato vissuto a Forlì, e fede...juventina: "Qui per la partita del Milan, vero? E anche se ci hanno fregato Bonucci, chissenefrega...". Piccoli, sparuti dettagli.

Unica mosca bianca calcistica giornaliera, insomma, di una città rianimatasi in parte (almeno tra gli hotel ospitanti le due squadre) solo tra mezzogiorno e soprattutto tardo pomeriggio: una decina di giornalisti rumeni per la conferenza di Mangia, almeno il doppio per l'incontro con la stampa di Montella, prima dell'arrivo di circa 30 tifosi pronti ad accogliere l'arrivo del Milan in albergo, con due sole maglie di Bonaventura e (per gli amanti del vintage) Roberto Baggio, insieme ad un paio di sciarpe a colorare l'insieme. Poi tutto, come prima: niente seconda pelle, tantomeno sui manichini all'interno del principale store ufficiale (al momento in fase di restauro), e serata che scivola via, come nulla fosse. Craiova vive nella più totale quiete le vicende di una squadra che, dopo 5 titoli nazionali e 6 coppe di Romania conquistate nella sua storia, si appresta ad affrontare un'altra esperienza indimenticabile tra pacatezza ed umiltà. Senza il suo stadio, attualmente sottoposto a un notevole restyling, ma con la voglia di provarci fino in fondo. E nascondendo, quasi timidamente, l'euforia per una pagina storica che resterà incancellabile.

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