Nei giorni scorsi, nonostante l’emergenza Coronavirus, José Mourinho è stato “beccato” ad allenarsi al parco insieme ad alcuni giocatori del Tottenham. Così, dopo alcune critiche piombate sul suo conto, l’allenatore ha voluto chiedere scusa: “Il mio comportamento non è stato in linea con il protocollo del governo. Dobbiamo avere contatti solo con le persone che abitano con noi. Tutti dobbiamo fare la nostra parte e seguire i consigli del governo per sostenere gli eroi del servizio sanitario nazionale e salvare vite umane” le sue parole riportate da Sky Sport. Oltre alle scuse, però, c’è anche la ricostruzione dei fatti:
L'ALLENAMENTO CON NDOMBELE
Il primo punto riguarda l’allenamento faccia a faccia tra Mourinho e Ndombelé. I due vivono attualmente vicini tra loro, e hanno colto l’occasione per ritrovarsi al parco di Hadley Common – a Barnet, nord di Londra – per una sessione di allenamento durata meno di un’ora: stretching, sprint e corsa. Data l’incertezza sulla ripresa del campionato, i giocatori devono mantenere una forma fisica almeno a livello base. Nella sessione non c’è stato quindi alcun lavoro avanzato, per questo Mourinho ha preferito andare di persona piuttosto che mandare un suo preparatore. Anche per far sentire Ndombelé, soprattutto psicologicamente, parte della squadra.
L'INCONTRO CON SESSEGNON E SANCHEZ
Ogni giocatore del Tottenham ha un programma di fitness personalizzato da realizzare via video, ma stavolta Mou ha pensato che potesse essere utile un incontro invece del solito allenamento virtuale. Il tutto in buona fede, rispettando le norme di sicurezza e di distanza raccomandate dalle autorità. E più o meno nello stesso momento anche Sessegnon e Sanchez – che vivono nello stesso condominio di Ndombelé – erano impegnati in alcuni esercizi all’aperto ad Hadley Common. I due giocatori non sono stati coinvolti nella sessione di Mourinho e Ndombelé, ma si sono solo incontrati brevemente con l’allenatore per avere qualche istruzione. Sempre rispettando le distanze.
Dal punto di vista del portoghese, quindi, la decisione su questa modalità di allenamento è stata solamente presa per vedere i giocatori di persona e mantenerli motivati e coinvolti. In particolare per quanto riguarda Ndombelé, al quale lo Special One ha voluto far capire l’apprezzamento che il club prova verso di lui e il suo rendimento. La possibilità di incontrare Sessegnon e Sanchez, poi, hanno erroneamente fatto pensare che il tutto potesse essere una buona idea. Da ricordare anche che, in questo mese colpito dal Coronavirus, Mourinho è stato ripreso per le strade di Enfield a servire beni di prima necessità agli anziani.