Quattordici trofei da calciatore tra Corinthians , Arsenal e Barcellona. Poi l’inizio dell’avventura da allenatore, tra cui quella da collaboratore di Roberto Mancini all’Inter (tra 2014 e 2016) e di Tite col Brasile (tra 2016 e 2019). Nel maggio 2019 è stato poi chiamato sulla panchina del Lione, dove è rimasto 5 mesi prima dell’esonero. Sylvinho adesso ha voglia di ripartire, e lo ha raccontato in un’intervista a Il Mattino: “Voglio mettere in pratica il lavoro e l’esperienza che ho accumulato in questi anni. Ho giocato in tanti campionati e questa cosa mi ha aiutato”.
“Serie A? Mi piacerebbe”
E su una possibile avventura in Serie A: “Magari, mi piacerebbe molto. Una cosa però è certa, ossia che la mia prossima scelta sarà la più importante della mia carriera. Voglio un bel progetto, perciò mi sto facendo seguire dalla Giulianisportsltd, che è molto attenta sull’Italia e non solo. Il campionato italiano è difficile e molto combattuto, Pioli è un grande allenatore e con un fenomeno come Ibrahimovic non mi stupisco che il Milan sia primo”.
“Messi introverso, vedremo il suo futuro”
Sylvinho ha anche parlato di Lionel Messi, con cui ha condiviso tanti anni da giocatore al Barcellona: “Leo è sempre stato introverso, capire quello che pensa è più difficile che levargli il pallone. Fino a qualche tempo fa era impossibile pensarlo via dal Barça, ma ora il suo futuro è imprevedibile. Vedremo nei prossimi mesi”.
“È uno che vede la porta da ogni parte del campo, quando aveva 16 anni giocavamo 4 contro 4 in allenamento e lui faceva 8-9 gol in un attimo. Non vedevo cose del genere dai tempi di Ronaldinho, per lui è tutto semplice. Poi ha grande testa, prende sempre la squadra sulle sue spalle. Lo paragono a Ibra, un campione assoluto che vuole solo segnare e vincere” ha concluso Sylvinho.