Lulic 71 è diventato prima un simbolo, poi una marca. Icona di un’impresa che ha riscritto la storia calcistica di Roma. Lulic 73 è la nuova firma aggiornata dell’uomo delle finali. Sono passati più di 6 anni da quel 26 maggio, ma lui è rimasto sempre lì, baluardo di un nuovo ciclo vincente. Il gol alla Roma lo ha consacrato eroe biancoceleste, quello alla Juve uomo del destino.
Senad c’è sempre stato, anche quando il vento contrario alzava fischi di contestazione. Ora si gode il momento magico, con un altro trofeo da alzare al cielo. Anti personaggio, calciatore sui generis e lontano dai riflettori. Ma capitano vero. Ruolo guadagnato sul campo a furor di popolo. Si sente solo quando serve, si vede quando c’è da scrivere pagine importanti nella storia della Lazio.
L'uomo delle finali
Ci è riuscito anche con la Juve: zampata col piattone su sponda di Parolo e sorpasso ai bianconeri che vale il 16esimo trofeo della storia biancoceleste, il sesto dell’era Lotito e il secondo del 2019 che chiude un anno da sogno. In due settimane la Lazio ha battuto due volte la Juve, in questo decennio solo il Bayern Monaco c’era riuscito nello stesso mese.
Dati che testimoniano la dimensione di una squadra che ora ci crede davvero. Come il suo capitano, sostanza e abnegazione. Dopo il gol ha mimato il gesto del cuore, indirizzato alla sua Sandra, compagna di vita e sua prima sostenitrice. Mamma della piccola Lea, immortalata per la prima volta sui social con la maglia del papà allo stadio Olimpico.
Sandra e Lea i suoi amori, Roma la sua casa. Ormai ci ha lasciato il cuore. I tifosi laziali lo hanno fatto sindaco, eroe, hanno scritto il suo nome sui muri e intonato il suo nome al minuto 71 per mesi dopo quel 26 maggio 2013. Lui ha riposto con i fatti e l’attaccamento alla maglia. Con le corse sulla fascia e la gamba mai tolta in un contrato. Con i trofei alzati e l’ultimo gol alla Juve che scrive ancora il suo nome nella storia biancoeleste. In questo caso cambia solo il minuto: Lulic 73 è il nuovo slogan.