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Data: 14/11/2022 -

Stramaccioni: "In Qatar sarà un mondiale unico. Il mio futuro? Vedremo..."

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L'allenatore ha allenato l'Al Gharafa fino a poche settimane fa, ora si trova a Doha e sarà protagonista dei Mondiali come commentatore
L'allenatore ha allenato l'Al Gharafa fino a poche settimane fa, ora si trova a Doha e sarà protagonista dei Mondiali come commentatore

Appena risponde al telefono e si apre la videochiamata, ci dà subito un titolo. “Sarà un mondiale unico, l’organizzazione del Qatar lascerà tutti a bocca aperta”. Sincero e dritto al punto. Andrea Stramaccioni, d’altronde lo sa meglio di chiunque altro: ha allenato l’Al Gharafa, squadra di Doha, per un anno e mezzo è ancora oggi vive li. Con il club però è arrivata la separazione consensuale. “Questo per il Paese è un anno particolare, soprattutto per il campionato. Dopo i Mondiali infatti inizierà subito la preparazione per la Coppa D’Asia, che il Qatar ospiterà e di cui è campione in carica. Noi eravamo fermi da metà settembre, con due competizioni così grandi in mezzo il campionato viene messo in secondo piano. Così, in tutta serenità e parlando chiaro con il club, ho deciso di rescindere e provare a ripartire. Dopo il Mondiale tornerò in Italia, poi vedremo che succederà”. 

 

  

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Un italiano in Qatar. Sembra una barzelletta o viste le tempistiche, un film di Natale. Anche le cose che spiega e descrive, dagli stadi alle strutture del Mondiale, possono far venire il dubbio che sia una finzione. Invece è tutto vero. Stramaccioni è uno che non ha mai avuto paura delle sfide e ora è pronto a iniziarne una nuova, che lo vedrà protagonista in un’altra veste. Dalla panchina, passerà infatti per un mese “in prestito” alla cabina di telecronaca per raccontare i Mondiali che andranno in Onda sui canali Rai. “Sono certo che sarà una Coppa del Mondo diversa dalle altre, d’altronde è la prima della storia che si gioca d’inverno e che di fatto spezza a metà  la stagione. Io spero di poter raccontare l’esperienza fatta qui, anche perché con l’Al Gharafa abbiamo giocato in tutti gli stati del Mondiale. In un certo senso li abbiamo collaudati. Quando dico che sarà un torneo unico lo dico anche perché le squadre arriveranno in Qatar con pochissimo tempo per preparare le partite. Già domenica infatti si giocherà la gara d’esordio e potrebbero esserci nazionali non pronte al 200%. Sotto questo aspetto mi ricorda la Coppa D’Africa”. 

 

  

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A proposito di stadi, appena apriamo l’argomento Andrea chiede la parola.“Sono strutture incredibili. Credimi non sono frase fatte, saranno un altro elemento di grande novità di questo Mondiale che ci aspetta. Non credo che nella storia ci sia mai stata una Coppa del Mondo giocata solo in una città. Doha in questo rappresenta un unicum. Chi avrà la fortuna di arrivare fino in fondo passerà un mese qui: stesso centro sportivo, stessi hotel e campi di allenamento. Poi se si parla degli impianti, vi assicuro che tutto il mondo resterà sbalordito. Sette stadi su otto sono stati costruiti per l’occasione, alcuni non verranno poi neanche utilizzati dalle squadre di club. Una cosa che mi ha sorpreso è stato il trenino che collegherà questi stadi. Se pensiamo che, tra lo stadio di Al Khawr all’estremo nord del paese e lo stadio di Al Wakrah all’estremo sud del paese ci sono 45 chilometri, grazie a questa ferrovia i tifosi potranno seguire le partite senza fare un minuto di traffico”. Strutture all’avanguardia, tanti soldi e un messaggio chiaro lanciato al mondo. 'Noi ci siamo e siamo pronti a regalarvi una competizione unica'. Su questo non ci sono dubbi. 

 

 

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Stramaccioni non solo conosce a fondo gli stadi, le strutture e l’organizzazione del Paese, ma è anche in grado di fare una panoramica su quella che sarà la squadra della nazionale del Qatar, in campo domenica pomeriggio nella gara d’esordio contro l’Ecuador. “Potranno essere una sorpresa, ma bisogna fare un distinguo tra i progressi fatti e il livello raggiunto. Sono una nazionale che al momento del sorteggio, dodici anni fa, occupava il 131esimo posto nel ranking Fifa e che oggi si trova al 52esimo. Un bel balzo in avanti. Resta però una squadra che ha ovviamente molti limiti e che secondo me non è attrezzata per andare avanti”

Attenzione però a sottovalutarli. “Guai a prenderla con leggerezza. Il Qatar ha un’organizzazione da squadra di club. Tutto qui è organizzato in funzione della nazionale. Loro sono in ritiro da maggio, ma soprattutto giocano insieme da quasi dieci anni: sono praticamente lo stesso gruppo, con lo stesso allenatore e lo stesso staff. Credo che possa essere un elemento importante in una competizione così breve come il Mondiale”. 

 

 

La chiacchierata con Stramaccioni termina parlando di quello che sarà il suo futuro. “Tornare in talia? Chi lo sa”. Sorride. Poi si ferma, torna serio e spiega. “Ho avuto varie offerte, in momenti però in cui ero sotto contratto con altri club e non mi sembrava corretto andare via. Non ho mai avuto problemi a girare il mondo, ma è ovvio che per me allenare in Italia ha un valore diverso. Dipenderà poi anche dall’offerta. Ora ci tornerò con la famiglia per le vacanze post Mondiale, poi vedremo…” Intanto l’attenzione è focalizzata sul Qatar, su una Coppa del Mondo che, seppur in un altro ruolo, lo vedrà in campo. E grazie a lui, in fondo, un pizzico d’Italia sarà lì. 



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