Una partenza per Torino rinviata di solo un anno. Un'estate fa Stefano Gori poteva diventare il portiere del Toro, messo nel mirino granata per fare il vice di Sirigu, e invece il destino lo ha portato alla Juventus (LEGGI QUI la trattativa). Una lunga ascesa verso il vertice del calcio italiano, per un portiere dalle grandissime qualità che cerca l'opportunità della vita.
Arriva dal Pisa, tappa fondamentale della sua lunga ascesa verso i vertici del calcio italiano: perché in Toscana ha trovato la piazza ideale per esaltarsi, per essere decisivo e sentirsi importante. C'è tanto di Gori nella promozione di un anno fa dalla Serie C alla Serie B, un anno in cui ha parato cinque calci di rigore: è una delle sue caratteristiche principali, quella di saper leggere le situazioni, e spesso intuire l'angolo.
Come quella volta con Cutolo in semifinale ad Arezzo, andata di un derby bellissimo passato in modo rocambolesco. Parò sotto la curva avversaria il rigore del possibile 3-3 e fece vincere il suo Pisa lanciandolo verso quello che sarebbe stato il trionfale ritorno in B dei nerazzurri.
Non ha sofferto il salto di categoria, anzi, è diventato uno dei migliori portieri del campionato. Fisicamente piazzato, facilmente riconoscibile per i suoi capelli biondi, tratto distintivo per tutta la carriera. Da quando partì con il Milan, sua squadra del cuore, con cui ha fatto tutte le trafila delle giovanili: ha conosciuto Donnarumma, tre anni più piccolo di lui, e ha posato con l'idolo Abbiati, prima di cercare esperienze tra i professionisti.
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Bari e Piacenza le sue altre tappe, ma come detto è a Pisa che ha lasciato il segno. Non solo il Torino, ma anche il Genoa lo ha cercato prima della Juve: era un obiettivo dello scorso gennaio, poi sfumato e lasciato a difendere i pali della porta in cui è diventato grande. Così grande da meritarsi una chance in bianconero, che su di lui ha investito 3 milioni in ottica futura. Il grande salto di Gori, classe 1996, passa da Torino: un anno dopo, ma non in ritardo.