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La realtà dello Stabæk, il miglior settore giovanile di Norvegia: “Da Gift Orban a Bohinen, ecco i nostri segreti”

La nostra intervista a Torgeir Bjarmann, ds dello Stabæk: tutto sul club col miglior settore giovanile di Norvegia

  

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Torgeir Bjarmann con Gift Orban – Photo Credits: Stabæk Football

 

 

“Lo staff al tempo non era convinto di lui. Li ha fatti ricredere di essere l’attaccante giusto. Dopo la prova è tornato in Nigeria ma poi l’ho riportato in Norvegia. È un mio capolavoro. È stato difficile per lui adattarsi al clima del nostro paese. Ma io l’avevo visto giocare a casa sua e conoscevo le sue qualità”. L’occhio di Bjarmann non sbaglia mai.

Ma torniamo alla filosofia dello Stabæk. Non tanto scouting in giro per il mondo, si punta più a cercare talenti a costo zero dalle parti di Bærum. L’unico a viaggiare sapete chi è? Proprio Torgeir, che spesso prepara la valigia e lascia la Norvegia, unendo il ruolo da ds a quello da scout.

 

 

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Photo Credits: Stabæk Football

 

 

E quali sono le caratteristiche che devono spiccare di più in un calciatore? “Al primo posto c’è la passione, ma poi bisogna avere buone qualità e intensità nel gioco. Qui produciamo tanti centrocampisti centrali”. Un esempio lo abbiamo in Serie A: Emil Bohinen. “Emil è un giocatore fisico, bravo col pallone tra i piedi e in fase di recupero. Ha bisogno di giocare più partite per crescere ancora. Qui abbiamo avuto anche Botheim, all’inizio lo avevamo preso in prestito dal Rosenborg. Ha tanta autostima, è un grande realizzatore ma ha bisogno di essere servito”.

 

Di ragazzi usciti da lì ce ne sono tanti. Un altro che dirà la sua tra qualche stagione è Antonio Nusa, diamante del Brugge, che lo scorso settembre si è presentato a tutti segnando all’esordio in Champions League, diventando il primo 2005 a farlo. Sì, avete letto bene. Un 2005 che apre i conti così deve avere qualcosa di speciale; “Lo conoscevo già prima di arrivare allo Stabaek. Quando lo guardi ti accorgi subito delle sue qualità. Dopo undici partite lo ha voluto il Brugge, gli auguriamo il meglio”. E poi c’è spazio anche per qualche “rimpianto”: “Per un periodo stavamo osservando tanto Isak Hien. Al tempo era scoppiato il Covid e non si poteva viaggiare in Svezia per guardarlo dal vivo. Ma avevo delle sensazioni forti su di lui”.

 

 

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Gift Orban – Photo Credits: Stabæk Football

 

 

Ci sarebbero migliaia di dettagli da analizzare in una realtà così. Immaginate una piramide: sulla punta, insieme a passione, qualità e talento c’è anche l’educazione e l’istruzione. Tutti i ragazzi devono andare a scuola. 

 

Adesso lo Stabæk è pronto a regalare altre pepite d’oro al calcio europeo: “Abbiamo tre ragazzi del 2007 davvero forti. Uno di questi è Filip Riise, il nipote di John Arne. Ha debuttato nella scorsa partita di coppa e ha anche segnato ai rigori. È cresciuto tanto. Ma ce ne sono molti nell’under 18”. 

 

 

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Photo Credits: Stabæk Football

 

Il progetto dello Stabæk continua a crescere. Tanto passa da Bjarmann, principale protagonista di un meccanismo che non smette di funzionare. La differenza la fanno sempre le idee.