“Io sono Griezmann!”. “Allora io faccio Spinazzola”. Alla 'pistarella' di Foligno, in questo momento starà andando in scena il più spontaneo di tutti i film. La pista di pattinaggio che si trasforma nello Stadium, le transenne o le felpe a fare da pali, i bambini che diventano campioni. E via a sognare, a correre, a divertirsi.
Leonardo faceva come loro, qualche anno fa. Era uno di loro, tra il campetto e la sua Virtus. Ma oggi la realtà supera la fantasia: Spinazzola titolare contro l'Atletico, al debutto assoluto in Champions, nella partita più importante della stagione della Juve. La sua Juve. Sognata dal 2010, quando dal Siena passava alle giovanili bianconere. Inseguita, un prestito dopo l'altro: l'ultimo, all'Atalanta di Gasperini, sarà quello decisivo per la consacrazione. E infine toccata con mano, lo scorso gennaio a Bologna.
“Ho aspettato tanto e adesso sono felice”, aveva commentato il terzino classe '93 nella notte del Dall'Ara. Incredibili, le sliding doors. Proprio in quei giorni, i rossoblù cercavano un rinforzo di qualità sulla fascia sinistra: la trattativa per Spinazzola era avanzata, ma Allegri alla fine non diede il via libera. Quel ragazzo che continuava ad allenarsi instancabile, senza chiedere nulla se non di fare il papà, il fratello e il figlio nel tempo libero, gli sarebbe potuto tornare utile. In quale occasione, non se lo sarebbe potuto immaginare nemmeno lui.
E invece la squalifica di Alex Sandro e l'infortunio di De Sciglio spalancano le porte al ragazzo di Foligno. “Non chiedetemi di smettere di sognare. Perché ci sono treni che
forse passano una volta sola nella vita ed io ora farò di tutto per
prenderlo”, aveva lanciato l'appello sui social Spinazzola, quando l'Atalanta bloccò il suo ritorno alla base bianconera nel 2017. Quel treno è adesso, Leonardo. Il tempo di sognare e basta ora lascialo ai bambini della 'pistarella'. Chissà se stasera, tra mille emozioni e la musica della Champions, ci scapperà un pensiero anche per loro.