Sessanta gol in serie A, Sergio Floccari non si poteva certo essere dimenticato come si "gonfia la rete". Gol al debutto nella Spal, una scelta per certi versi sorprendete, visto che le offerte dalla massima serie non mancavano. L'attaccante calabrese ha privilegiato la storia, ma anche l'estetica del calcio...
"A Bologna avevo poco spazio, mi serviva un po’ di continuità, anche perché fisicamente sto bene e ho ancora voglia di divertirmi" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Avevo qualche opportunità in A, a dir la verità, ma ho preferito privilegiare un progetto. Guardando giocare la Spal, da fuori, mi è piaciuta tanto. Si esprime su alti livelli, è sempre propositiva, quindi mi sono buttato con grande entusiasmo nella nuova avventura. È stato un po’ come tornare agli inizi della carriera, anche se forse per me questa sarà l’ultima tappa. Promozione? Per meritarsi qualcosa di più l’ambiente dovrà vivere questo momento come un sogno, come sta facendo. Altrimenti poi si creano aspettative che invece di darti slancio si rivelano un peso. La società sa quello che vuole, senza fare follie. Si notano progettualità, sostanza, serietà. La cosa certa è che la Spal si è meritata la classifica che ha, non è seconda per caso".
Debutto con il botto, gol dopo 26 minuti: "La mia fortuna è stata trovare una squadra già rodata, che crea situazioni di gioco mai casuali, in più c’è un gruppo che si conosce da tempo, quindi devo ringraziare tecnico e compagni, per me è tutto più facile. Non sono mai stato un bomber? Uno dei miei limiti, ma al tempo stesso una delle qualità che mi hanno permesso di emergere è stato mettersi sempre al servizio della squadra. Forse avrei dovuto pensare di più a me stesso, ma non è nella mia natura. Nel 2014 ho lasciato la Lazio per il Sassuolo, ma lì c’è stata l’esplosione di un ragazzo che poi ha giocato l’Europeo con la Nazionale: parlo di Zaza. In più ci ho messo un po’ ad adattarmi al gioco di Di Francesco e quando ci sono riuscito c’è stata la possibilità di andare al Bologna e l’ho presa al volo. Lì ho cominciato subito bene, poi abbiamo avuto un mese e mezzo di calo generale di squadra. In questa stagione, infine, ho avuto dei problemi fisici fin dal ritiro".
Atalanta, stagione 2007-08, l'anno della svolta: "La mia fortuna è stata trovare l’Atalanta, è vero, ma penso anche di aver restituito molto alla società. Tutti pensano che il mio periodo di grazia sia stato proprio quello di Bergamo, invece fu subito dopo, con 14 gol segnati in un anno tra Genoa e Lazio. Il club biancoceleste mi ha dato una dimensione diversa: ho giocato in Europa, ho vinto una Coppa Italia, sono stato convocato in Nazionale. Giocatori con i quali mi sono trovato meglio? Tanti. In campo Doni, Klose, Candreva, Hernanes... E fuori anche Marchetti, Biava, Radu. Gasperini? Lui ha sempre creduto molto nel suo sistema di gioco, dà un’impronta precisa alla squadra, ha idee che sono del tutto sue. Ha un gioco che ti espone a dei rischi, certo, ma ti permette anche di avere molti benefici. Se l’Atalanta, come noi della Spal, vivrà questo momento non come un peso, ma con entusiasmo, allora avrà delle reali possibilità di andare in Europa".
In chiusura d'intervista Floccari parla del gol più bello e di quello più importante realizzati in carriera: "Il più bello a Maribor con la Lazio in Europa League: sono partito dalla nostra trequarti e ho segnato dopo aver saltato molti avversari. Il più importante quello al 93’ contro la Juventus nella semifinale di ritorno, nel 2013, poi vincemmo la Coppa Italia".