Da Sudtirol a Trapani, non si salva nessuno. Trentatré club, tra nobili del nostro calcio in cerca di riscatto e squadre neopromosse, per un totale di ottanta cambi in corsa arrivati nelle ultime cinque stagioni di Serie B.
Presidenti mangia allenatori, traghettatori, scommesse non andate a buon fine e chi più ne ha più ne metta. In B negli ultimi campionati ne abbiamo viste davvero di tutti i colori. Quest’anno con l’esonero di Pep Clotet - scelto Aglietti per sostituirlo - arrivato in seguito alla sconfitta del suo Brescia per tre a zero sul campo del Pisa, salgono a quattordici i cambi in panchina di questa stagione. E siamo solo alla 18^ giornata. Lo scorso anno i cambi erano stati quattordici nell’arco di tutto il campionato. Ma andiamo con ordine e con un po’ di numeri.
Partiamo proprio dal Brescia, ultima squadra a cambiare. La squadra del Presidente Cellino, con il già citato esonero di Clotet, diventa la squadra ad aver cambiato di più in questi cinque anni. Sette volte, con addirittura quattro allenatori nel 2020/2021. Del Neri, Diego Lopez, Gastaldello e Dionigi. Della serie: non vinci subito? Vai via. Ma conoscendo Cellino è un dato che non sorprende. Appena dietro in questa speciale classifica c’è l’Ascoli con sei, anche se i bianconeri non cambiano in corsa dalla stagione 2020/2021, in cui Delio Rossi subentrò a Bertotto alla nona giornata, per poi essere a sua volta sostituito da Andrea Sottil appena cinque turni dopo. L’anno prima invece i cambi furono quattro anche qui: via Paolo Zanetti per Abiscal, poi Stellone e ancora Abiscal, per finire con Davide Dionigi chiamato a risolvere la situazione. Fotografia di una stagione complicata, chiusa con un solo punto di vantaggio sulla zona playout.
Serie B, quest'anno i cambi sono già quattordici
In realtà i primi due cambi in panchina in Serie B sono arrivati ad agosto, prima dell’inizio del campionato. Baldini via da Palermo - dimesso per differenza di vedute con la società - e Zauli che lascia il Sudtirol. Ma non si possono considerare in corsa, non essendo ancora iniziato il torneo. Il campionato però non si è fatto attendere e già a settembre contava cinque cambi: Gattuso via da Como, Greco dal Sudtirol, Maran da Pisa, Castori dal Perugia e Caserta dal Benevento. Con il tempo poi sono arrivati a essere quattordici, in 12 squadre diverse. Due esoneri - e fa specie pensare che siamo solo a dicembre - per Perugia e Venezia. Sulla panchina biancorossa era arrivato Baldini- ancora lui - che ha lasciato un mese dopo in favore del ritorno di Castori. Ancora oggi sono ultimi in classifica. In casa Venezia, invece per cercare di invertire la rotta si sono succeduti Javorcic e Soncin, fino all’arrivo di Paolo Vanoli. Dieci punti nelle ultime cinque. Scelta vincente.
Come detto lo scorso anno erano stati quattordici in tutto il campionato, mentre nel 2020/2021 ce ne era stato uno in più, quindici totali. La sensazione è che di questo passo saranno superati entrambi. Difficili da raggiungere invece le due stagioni precedente, con 19 e 20 cambi in panchina. Nel 2019/2020 spiccano i quattro cambi dell’Ascoli e i tre della Cremonese (anche se sempre con Baroni e Rastelli a darsi il cambio). Nel 2018/2019 colpiscono gli esoneri di Grosso dall’Hellas Verona, di Zenga dal Venezia e di Colantuono dalla Salernitana, che quell’anno cambierà poi ancora in corsa mandando via anche Gregucci in favore di Menechini.
Infine, nell’anno dei Mondiali non poteva mancare un dato sugli allenatori campioni del Mondo. In B quest’anno sono cinque, con tre subentrati a stagione in corso: a settembre Cannavaro ha preso il posto di Caserta sulla panchina del Benevento, poi è stata la volta di De Rossi che ha sostituito Venturato su quella della Spal e infine Gilardino, chiamato a risollevare un Genoa apparso in difficoltà - di risultati e non solo - sotto la gestione Blessin. L’ex attaccante del Milan era primo nel campionato primavera proprio alla guida dei rossoblù, con 35 gol fatti e solo 7 subiti. Numeri che hanno convinto la dirigenza a dargli una chance. Finora sette punti in tre partite, compresa una vittoria fondamentale al Ferraris contro il Frosinone di Grosso - suo amico, nonché altro campione del mondo in panchina- al momento primo in classifica. L’ultimo rimasto è Inzaghi, che dopo l’esonero dello scorso febbraio sulla panchina del Brescia, quest’anno è al secondo posto in campionato alla guida della Reggina.