Serata in compagnia, tra amici. “Ci siamo visti Fiorentina-Roma! In realtà qualcuno si era dato appuntamento anche prima, sul tardo pomeriggio, per Inter-Juventus”. Sempre di calcio si tratta, come tutto il resto della settimana. “Non ci basta mai!” sorride Luca Strizzolo, che di professione fa l’attaccante. Poi l'aggiunta: “Abbiamo anche pranzato tutti insieme oggi, per restare in gruppo”. O in famiglia, il concetto è esattamente lo stesso in quel di 'Citta'. “L’ho capito subito, dal primo giorno” ci racconta in esclusiva l’ex Pordenone. E nello specifico, gli chiediamo qualche esempio. “Tanti di noi vengono al campo d’allenamento in bici. Personalmente ho avuto anche un dialogo piuttosto intenso con Manuel Iori, il capitano. In cui mi ha spiegato come nella realtà Cittadella sia l’aspetto umano quello più importante”. Giocatori che siano uomini. E il mix sembra funzionare alla grande: Cittadella primo in B con 12 punti, imbattuto, spensierato, felice. “Si ma non c’è nulla da festeggiare eh… dobbiamo restare concentrati” precisa Luca, tutt’altro che appagato dopo la sua prima doppietta in categoria, contro il Novara. “Pensavo anche di partire dalla panchina. Arrighini stava facendo molto bene, credevo che l’allenatore volesse dare continuità ad un certo tipo di 11. Ma siamo un grande gruppo. Speriamo che siano sempre scelte difficili quelle di Venturato!”.
Il dato generale che rende ancora meglio l’idea: tre partite ufficiali, tre gol in campionato. E sui social mille commenti, da compagni di squadra di oggi e allora: #nonsegnimai o #Lion forse per la capigliatura da Leone. Certo si può dire che il ragazzo non abbia paura di volare, al suo primo anno in B. Ambizioso, determinato. "Ogni giorno si fanno delle scelte, se siano giuste o sbagliate solo il tempo ce lo dirà" aveva postato su Instagram. E dire che dopo il prestito all'Ancona, Luca sarebbe dovuto tornare all'Udinese, c'era la Primavera che lo stava aspettando. "Ho preferito andare al Pordenone in D, per prendermi qualche botta in più e fare calcio vero". Forse, la scelta più giusta. E' stato il tempo a dirlo.
Doppietta e dedica. “A mio fratello Daniele con cui ho un rapporto davvero speciale: ha 4 anni in più di me. Io ho iniziato a giocare a calcio anche grazie a lui, perché lui già giocava. E sabato era la sua prima volta al Tombolato…”. Ha portato fortuna. Doppietta, dedica e un tatuaggio, sempre per lui. “Il mio preferito: il suo nome accompagnato da un ancora, segno di stabilità e sicurezza. Daniele rappresenta un punto di riferimento importante per la mia vita”. Ma non è l’unico tatuaggio che ha. “Mi piacciono molto ma ho dovuto smettere altrimenti i miei non mi facevano più entrare in casa” e ride. Ma forse è la verità. “Diciamo che non sono molto contenti”. Tutta un'altra storia quando si parla dei suoi gol. A proposito, l'obiettivo stagionale è fissato a? "Dico almeno 10. Sono una persona che vuole migliorarsi sempre e l'anno scorso sono arrivato a 9 con il Pordenone". E l'Idolo che si porta nel cuore può essere l'esempio giusto da seguire. “Shevchenko!”. Che ha avuto la fortuna di vedere anche da molto vicino, ai tempi di Udine. “Nell’anno dei giovanissimi all'Udinese ho fatto il raccattapalle per Udinese-Milan. Che emozione veder lui, Kakà, Dida così da vicino: grandi campioni che hanno fatto la storia del calcio”. E del Milan. “La squadra per cui simpatizzavo da piccolo”. Nel tempo libero? Comunque calcio. “No dai… quando capita gioco a tennis o basket. Ma capita davvero raramente”. Il suo relax è la musica. "In questo mondo che va a duemila penso sia l'unico modo per evadere e staccare". Ma ora Strizzolo e il suo Cittadella di distogliere lo sguardo dalla realtà non ne hanno proprio voglia, adesso. #NuoviVisionari alla riscossa e già con la testa alla trasferta di Avellino. Anche dopo una serata in compagnia, tra amici.