Storia di uno che ha sempre corso, arrivando in Serie A quando aveva 31 anni. Gran parte del merito va a Maurizio Sarri, che oggi è l’allenatore della Juventus ma che ha in Daniele Croce il secondo giocatore maggiormente utilizzato nella sua carriera (il primo è Hysaj). I due, infatti, per un certo periodo sono stati inseparabili. Si sono inseguiti e ritrovati in cinque società diverse, dalla Serie C alla A.
La prima esperienza a Pescara, è lì che nasce l’amore: “Lui era appena arrivato, io ero giovane e avevo fatto un bel campionato di Serie B. Dovevo andare via. Mi chiama al telefono per chiedermi di restare. ‘Farai più gol e arriverai in A’ mi dice. Si avvera quasi tutto, perché segno sette reti e mi contatta qualche squadra di Serie A”.
La scintilla scatta un giorno, in allenamento: “Avevo capito subito quanto fosse diverso dagli altri. In una delle prime sedute tattiche, senza che lui ci desse indicazioni, faccio un movimentò che lo incanta. Ferma addirittura il gioco, mi chiede come mai avessi fatto quella scelta. Glielo spiego con quelle parole che lui avrebbe usato poco dopo. Rimane incantato”.
Da lì un lungo viaggio insieme. Fatto di dolori prima che di gioie: “Dopo qualche campionato di B di buon livello, finisco in Serie C con l’Arezzo. Ci rimango tre anni e, scaduto il contratto, resto senza squadra in attesa di un’opportunità. Sarri nel frattempo finisce ad Alessandria e inizia a chiamarmi ogni giorno perché lo raggiunga. Alla fine accetto, successivamente lo seguo anche a Sorrento. Lì però lui viene esonerato e io mi stufo della C. Penso di smettere, di avvicinarmi a casa. Poi all’improvviso mi suona il cellulare. E’ ancora Sarri, che questa volta mi chiama da Empoli. Da lì è iniziata una seconda carriera”.
“Mai ti avrei immaginato in Serie A”, gli dice nel tunnel degli spogliatoi prima del grande esordio: “E io non me lo sarei mai immaginato alla Juventus – ride Daniele – rispetto a 15 anni fa è un’altra persona. Sono felice per lui perché è uno degli allenatori più forti del mondo. Si merita di stare in certe piazze, ha qualcosa in più di quasi tutti gli altri. Rifiutare la Juventus sarebbe stato irrispettoso per la sua storia. I bianconeri sono al top in Italia, fra le prime 4 o 5 in Europa. Non so per quanto tempo potrà ancora allenare, ma dire di no a questa possibilità sarebbe stata una follia”.