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Data: 07/08/2016 -

Sampdoria, Castan: "Roma? Volevo rimanere, ma Sabatini mi ha detto che non rientravo nei piani di Spalletti"

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Leandro Castan è tornato, stavolta sul serio. Due anni fa vinse la sfida più importante: l'intervento chirurgico per la rimozione del cavernoma ebbe esito positivo. Tutto quello che sarebbe venuto dopo sarebbe stato accettato col sorriso dal difensore brasiliano, che pensò anche di smettere. Poi è scattato qualcosa, la voglia di tornare a giocare a calcio ha spinto Leandro ad affrettare troppo i tempi e così c'è voluta un po' più di pazienza del previsto.

"Volevo smettere" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Poi ho cambiato idea, guardavo una partita della Roma e ho pensato: voglio ancora giocare, non posso arrendermi. La Roma mi ha dato tutto il supporto possibile. Stavo pensando di fare solo il padre, sono tornato a considerarmi un giocatore. Ho pensato di poter fare il guerriero, credevo bastasse il duro lavoro per tornare. Ho accettato di tornare in gruppo prima del tempo, anche se non ero pronto, serviva più pazienza. Non sono mai fuggito di fronte a una sfida e così sono caduto nella trappola. Mi riferisco al ritiro precampionato di un anno fa. Dovevo lavorare da solo, con uno specialista, non con il resto della squadra. Pensavo di stare bene, tutti mi dicevano che mi mancava solo la partita. Da quel giorno sono ripartito da zero e sono qua".

Il tumore non è la prima "battaglia" vinta da Castan: "Garcia quando ha conosciuto la mia vita mi ha soprannominato il guerriero. Mi sono conquistato tutto sul campo, non ho mai mollato davanti alla sfortuna e non lo farò mai. Non ero reattivo, mi mancava equilibrio. Roberto, un amico, mi ha portato da un fisioterapista e abbiamo creato un gruppo di lavoro, con un nutrizionista e una specialista del lavoro neuromuscolare: in tre mesi ho recuperato, tanto da superare tutti i test con la Sampdoria. Lì si è visto che sono a posto.  Ora sto bene, devo solo affrontare qualche acciacco dovuto alla lunga inattività. Ho giocato sei partite in due anni. Neppure Messi, dopo un periodo così, renderebbe al massimo. Ho gli stessi problemi di un giocatore che è stato fermo due anni per squalifica, ma per il resto tutto a posto".

Castan riserva ringraziamenti speciali ai giallorossi: "Roma? Volevo rimanere, ma Sabatini mi ha spiegato che non rientravo nei piani dell’allenatore. Ho accettato e spero che Spalletti abbia ragione. Ora però penso solo alla Samp, al suo sforzo per portarmi qua. La Roma, prima di salutarmi, mi ha rinnovato il contratto. Posso solo ringraziarli". Il calendario di settembre ha riservato due gare speciali, per motivi diversi. L'11 settembre ci sarà Roma-Sampdoria, il 25 Cagliari-Sampdoria: "Quella con il Cagliari non può non essere speciale. Sentii Melchiorri prima dell’intervento, mi spiegò di aver avuto lo stesso mio problema. Mi disse che dovevo affrontare una sfida durissima ma che potevo farcela. Sarà una grande emozione, anche se, sicuramente, lo riempirò di botte... Scherzo naturalmente. Tiferò sempre per lui. Terza giornata? Contro la Roma, che momento. Voglio assolutamente vincere, per rispetto della Samp, che mi ha voluto. Non toglierò il piede".

La Roma può tenere testa alla Juventus? "I giallorossi puntano allo scudetto. A calcio si vince sul campo. La Juve è fortissima, ha un grande allenatore, ma ricordatevi del Leicester... Benatia? L’ho sentito, era felicissimo. Ci siamo promessi di scambiare la maglietta". Prime impressioni sul mondo Samp: "Giampaolo adora la parte tattica, l’organizzazione. Vuole la squadra stretta, ben allineata, con il pressing alto. Pretende un calcio collettivo, se tutti lo seguiremo faremo benissimo. Droni? Io neppure mi accorgo che sono lì, ma dopo l ’allenamento, con i video, scopriamo i minimi dettagli dei nostri movimenti. Possono solo aiutare. Ferrero? Tutti dicono che è particolare. Io dico che è molto presente e pronto a incoraggiare. A me ha riservato parole bellissime. La squadra poi ha tanta qualità. Ho scoperto PereiraTorreira, mi ha impressionato Schick, può diventare un grandissimo giocatore, ha forza e un mancino davvero incredibile".

Obiettivi: "La mia sfida è convincere tutti a voltare pagina. Sarò davvero felice quando tornerete a parlarmi di calcio e non della malattia, anche se mi resta una gioia speciale: il professore mi ha raccontato che un ragazzo di 16 anni, subito prima dell’operazione, gli ha detto: ma lei è il chirurgo che ha operato Castan? Allora posso farcela anch’io. Che bello regalare coraggio a chi soffre".

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