Atteso per più di un anno. Da oggetto misterioso a titolare, anche per necessità visti i tanti infortuni della Roma. Javier Pastore è tornato a far vedere sprazzi dei suoi colpi per i quali la Roma lo aveva voluto lo scorso anno. Fonseca lo ha aspettato, non esponendolo ai rischi non necessari. Gestendo in modo preciso la sua gestione, contando i minuti nei quali impiegarlo per farlo entrare gradualmente condizione. Per lui quella contro il Milan è stata la terza partita giocata quasi interamente, solo contro la Sampdoria non è partito titolare, entrando dopo appena otto minuti per l’infortunio a inizio partita di Cristante.
Un nuovo Pastore. Un impiego così si era visto solamente nelle prime tre partite della passata stagione. Di Francesco lo aveva voluto e per lui aveva pensato un ruolo da interno di centrocampo nel 4-3-3. Fonseca lo ha riportato sulla trequarti nel suo ruolo originale, solo con la Sampdoria l’allenatore portoghese ha provato ad immaginarlo da mediano, sperimento messo da parte nelle successive due partite contro Borussia Monchengladbach e poi contro il Milan. A mancare è il gol. L’ultima volta contro il Cagliari lo scorso aprile.
In conferenza Fonseca aveva chiesto sacrificio alla squadra e anche a Pastore: “È vero che ha giocato due partite di seguito, ha giocato più del solito, ma in questo momento non posso fare troppo turnover”. Pastore ha risposto presente facendo rivedere i colpi argentini che a Roma sembravano smarriti: gioco in verticale e strappi in mezzo al campo. Ma anche in difesa diventando spesso il primo a pressare e contrastando efficacemente gli avversari. Tra appena 72 ore, la Roma sarà impegnata contro l’Udinese. L’emergenza infortuni continua e nessun giocatore potrà essere recuperato. L’acquisto in più può diventare Pastore, da escluso eccellente nella passata stagione a titolare di Fonseca.
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