Se il momento storico non regala certezze a nessuno, tantomeno al calcio, tra protocolli, contratti e calendari ancora da validare, in casa della Roma si aggiunge uno stallo societario che non aiuta di certo la direzione sportiva. Già la strada da percorrere è tortuosa e sconosciuta, se in più si viaggia a fari spenti su una macchina senza navigatore, la missione da complicata diventa impossibile.
Un limbo figlio di uno stallo societario che nel corso dei mesi si è trasformato da normale a preoccupante, vista l’evoluzione negativa del passaggio di proprietà. Ad oggi la cessione della Roma a Dan Friedkin é un punto interrogativo. Non chiusa, ma in una fase di rinegoziazione al ribasso dopo gli accadimenti degli ultimi mesi. Si parla, si discute e si ricomincia a contare. Intanto il tempo passa, il calcio prova a ripartire ma la Roma non sa dove andare. Non sa dove può andare.
In questo momento i pensieri del presidente Pallotta sono unicamente indirizzati nel capire il futuro. Cedere il pacchetto di maggioranza o rilanciare? Da una parte c’è una trattativa riavviata su basi diverse, tutta colpa del Covid. Dall’altra accollarsi il rischio di una nuova immissione di capitali, chiedendo nuovamente fiducia a banche e investitori che ormai assaporavano la dismissione dell’asset Roma.
Ma in tutto questo c’è una gestione sportiva da mandare avanti con decisioni da prendere nel brevissimo periodo, programmando il finale di questa stagione ma soprattutto pianificando la prossima, ormai alle porte. La lista delle cose da fare per Petrachi è lunghissima: abbassamento del monte ingaggi, rinnovi di contratto, decidere il futuro dei giocatori in prestito, su tutti Smalling e Mkhitaryan, capire cosa fare con i ‘gioielli di famiglia’, da Zaniolo a Pellegrini. Insomma programmare il mercato della Roma nella prossima sessione.
Nel mezzo c’è un bilancio da risanare, tra ricapitalizzazioni e plusvalenze. Conti in rosso che non sono una novità in casa Roma, ma la situazione anomala della proprietà fa si che, in aggiunta a tutto questo, non ci siano delle vere e proprie linee guida da seguire. Chiamatelo stallo, o per usare un termine più moderno standby. Nomi in entrata? È tutto fermo, oggi il ds non può chiudere nessuna operazione, nemmeno un parametro zero. Quindi i vari Pedro, corteggiato da gennaio, o Verthongen sono a dir poco congelati. Qualora davvero siano ancora nel mirino.
Perchè Petrachi di nome non fa Virgilio, ma la sua posizione è “tra coloro che sono sospesi”, tra una cessione saltata e un futuro societario sconosciuto. Così come il suo raggio d’azione, praticamente nullo. Pallotta prende tempo, osserva l’orizzonte e pensa a cosa “fare da grande”. Reinvestire o smobilitare? Rimettere mani e soldi nella Roma o vendere anche a prezzo ribassato?
Pensieri e tentennamenti che in questo momento non aiutano, impediscono una vera e propria programmazione. La strada giallorossa rimane quindi tortuosa e sconosciuta, ma comunque va affrontata. E per l’ennesima volta negli ultimi dieci anni americani ci si affiderà al campo, ai giocatori, all’allenatore, sperando che siano i risultati sportivi, gioco forza, ad indicare la direzione.