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Data: 06/03/2019 -

Acquafresca, una vita tutta curve: "Napoli e Inter, quanti sbagli. Ma non mollo"

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È stato convocato dalla Nazionale sarda, a giugno lascerà il Sion. L'ex attaccante del Cagliari - oggi 31enne - ci ha raccontato le sliding doors della sua carriera: "Avrei potuto fare molto di più, ora cerco solo una nuova sfida"
È stato convocato dalla Nazionale sarda, a giugno lascerà il Sion. L'ex attaccante del Cagliari - oggi 31enne - ci ha raccontato le sliding doors della sua carriera: "Avrei potuto fare molto di più, ora cerco solo una nuova sfida"
La storia di Acquafresca è in un vocale su Whatsapp: “Scusa se ti mando un audio, sono in una strada piena di curve”. Tornanti in serie, tutti di fila, come quelli incontrati in carriera: “Ho sbagliato delle scelte, è stata colpa mia, mi aspettavo il massimo”. Spesso è arrivato il minimo.

Se la sua vita fosse un film sarebbe Sliding Doors di Peter Howitt, e al posto della metro c’è un pallone.

CHE FINE HA FATTO ACQUAFRESCA?

 

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Robert si volta e vede il Cagliari, il “no” al Napoli di De Laurentiis, quel dialogo fitto con Mourinho dopo un Real Madrid-Levante del 2013, nella ‘pancia’ del Bernabeu. Custode di segreti e rimpianti: “Come dimenticarlo? Si ricordava di me, mi lasciò il suo numero di telefono. Un paio di scherzetti glieli ho fatti”.

Due ganci all’Inter tra andata e ritorno, poi un montante dal destino. Acquafresca ko nel suo momento migliore. A 21 anni aveva già segnato 24 gol in Serie A, oggi gioca in Svizzera nel Sion: “Il mio contratto scade a giugno, ho 31 anni e voglio un nuovo progetto. Sono ancora vivo”.

 

INTER, GIOIE E DOLORI

Sperando che stavolta la strada proceda dritta come nel 2009, quando Acquafresca - per tutti Bobo - poteva finire all’Inter dello Special One: “Mi chiamò Ausilio, la segretaria di Moratti mi consigliò perfino dove prendere la casa. Zona San Siro, c’erano Ibra e Cambiasso, vicino alla Pinetina”.

Niente di fatto: “Dopo qualche giorno Branca mi disse che erano cambiate delle cose. Sfumò tutto, ci rimasi male”. Papà interista come nonno, si chiude una porta e il portone non c’è. Tutto nella settimana di Cagliari-Inter, 24 maggio 2009: “Segno il gol decisivo, poi esulto come un pazzo. Ero pieno di rabbia, va bene così dai”.

Acquafresca lo dice con un filo di voce: “Avrei potuto fare di più, molto di più. Ma è andata così”. Dopo aver segnato 14 reti in Serie A finisce al Genoa, nel maxi-scambio che porta Milito e Tiago Motta nel futuro Inter del Triplete: “Io, Bonucci, Ranocchia e altri rientrammo nell’operazione, si può dire che ho contribuito al successo”. Stavolta sorride, anche se per il Genoa ha rifiutato il Napoli: “Non era la squadra di oggi, ma ricordo le chiamate di De Laurentiis. Dissi ‘no’ a parecchi soldi, ma avevo preso un impegno. Il Genoa giocava in Europa”.

Meglio ricordare il Cagliari: “I migliori anni della mia vita, sono stato benissimo, ormai sono un sardo acquisito”. Un piemontese in Sardegna: “Mia moglie è di Cagliari, siamo sposati da più di dieci anni, ci siamo conosciuti lì. Sono stato anche convocato dalla Nazionale sarda”.

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