Duemilauno. Anno che tutti i tifosi giallorossi si ricordano. La stagione dell’ultimo scudetto giallorosso. Era il 17 giugno e la Roma di Totti, Montella e Batistuta batteva il Parma laureandosi campione d’Italia. Qualche mese prima, ad aprile nasceva invece Alessio Riccardi. Un talento cullato e coccolato dentro le mura di Trigoria, che se lo è tenuto stretto lasciandogli qualche sprazzo nelle nazionali azzurre per mostrarlo al mondo, ma con discretezza
Eppure la sua carriera con il pallone iniziò con altri colori, per di più quelli opposti biancocelesti della A.S.D. Lazio e non su un campo normale ma nel calcio a 5. Troppo stretto però per esprime al meglio la grande classe che fin dai primi calci mostrava. Così arrivò la Roma fin dai Pulcini. Con la maglia giallorossa il primo riconoscimento arrivò all’età di 13 anni. Al memoria “Ielasi” la Roma superò l’Inter e Riccardi viene nominato miglior calciatore.
Under 15 quando la Roma allenata da D’Andrea arriva fino alla finale contro l’Atalanta. Riccardi trascina i giallorossi con 8 reti nella Final Eight, ma i bergamaschi sono più forti e al triplice fischio Alessio crolla a terra con la testa tra le mani, in un pianto nervoso di chi ha messo tutto sul campo ma non c’è riuscito e con la voglia ancora più forte di vincere.
L’anno successivo nell’Under 17 di Toti segna 5 gol in 19 partite e De Rossi si convince a portarlo in pianta stabile in Primavera. Una scalata normale, di quelle che fanno tutti i giovani. Ma nella Roma per farla con il numero 10 sulla schiena servono spalle grandi e qualità eccelse. I suoi primi due gol non sono banali e li realizza a Vinovo. Prima un destro forte da dentro l’area, poi partendo da centrocampo e saltando due avversari. È la Roma che vince a Torino e contro la Juventus, è la Roma Primavera di Riccardi.
Non riesce però a coronare la sua giovane carriera con un trofeo. Uscito sconfitto nella finale Under 15 e quella con l’Under 17. Esce sconfitto anche dalla Supercoppa contro l’Inter con la maglia della Primavera. Per ultimo la finale dell’Europeo Under 17 persa, ma conclusa con questo gol (link).
Monchi ha sempre rispedito indietro le richieste con un secco no, anche ai cinque milioni offerti dal Sassuolo questa estate. Nelle prossime settimane, probabile che società e giocatore si siedano per trovare un accordo sul rinnovo. Lui tifoso romanista e da sempre con la maglia numero 10 giallorossa sulle spalle: "Francesco Totti è il mio idolo, il simbolo di Roma. E poi essendo cresciuto nel settore giovanile, spero di fare come lui". Una promessa che cercherà di mantenere. Per ora premia la sua stagione in Primavera con il debutto in prima squadra. Quello che aveva già fatto, ma in amichevole lo scorso anno contro la Chapecoense.
Nella sua carriera manca la gioia finale, ma è impressa nella sua carta d’identità. Duemilauno. Sono passati diciotto anni dall’ultimo scudetto della Roma. Come l'anno di nascita di Riccardi ed un futuro ancora da scrivere con i colori giallorossi.