Nell’ottobre del 2008 German Denis segna la prima tripletta in carriera con la maglia del Napoli. Tre gol alla Reggina. Undici anni più tardi, Reggio Calabria è casa sua: “Mi devo far perdonare per quella volta…”. Evidentemente acqua passata, perché la piazza lo adora: migliaia i tifosi accorrono al Garillo per la sua presentazione: “Noi argentini al Sud ci sentiamo a casa.
Appena ho visto la chiamata di Taibi ho scelto di tornare qui”. A 38 anni si è rimesso in discussione. Dopo le ultime stagioni, altalenanti, in Sud America: “Ho giocato con Messi, Higuaìn, Riquelme… non temo questa categoria”. Anche perché la Serie C non gli è nuova: ventenne, a Cesena, fu bocciato e rispedito in Argentina. Cinque anni più tardi, il Napoli dovrà spendere diversi milioni per acquistarlo. Il resto della storia lo conosciamo tutti.
Piccoli acciacchi, una condizione fisica non ottimale. La terza avventura italiana del tanque inizia dai box. Poi però arriva Reggina-Picerno, la vittoria per 4-1 che porta finalmente il suo marchio. Una doppietta meravigliosa, tra un colpo all’angolino e una bomba all’incrocio. Tutto in dieci minuti. Sono i primi gol di Denis con la maglia amaranto, i primi della carriera al Garilli. Certo, non sarà come segnare due gol a Napoli e Inter, ma di certo può essere l’inizio di un nuovo capitolo della sua storia.
“Sono qui dare il mio apporto in termini di gol, esperienza e carisma. Ci sono i presupposti per far bene”. Alla prima da titolare in casa, arriva chiaro il messaggio: Denis non è tornato per svernare. “Riportare la Reggina in alto”, la sua missione. Napoli e Udinese rividero l’Europa anche grazie ai suoi gol. Col Lanus sfiorò una storica Copa Libertadores, poi vinta dal River Plate. A Reggio il cammino è ancora lungo. Ma il primo posto è conquistato, di forza, come piace a German Denis. Perché el tanque può perdere il pelo, ma di certo non il vizio.
Elia Faggion