Un terzo posto al Mondiale Under 20 con tanto di Scarpa d’Oro ed un’avventura alla Juve pronta a cominciare. Nell’ultimo anno la carriera di Riccardo Orsolini sembrerebbe essersi indirizzata nella maniera ideale per un giovane talento come lui. “La Scarpa d’Oro è nella mia cameretta in bella mostra. Gli amici vogliono vederla. Pensate che non dovevo nemmeno partire. Invece poi partita dopo partita ho preso fiducia. Se non ci fossimo salvati con l’Ascoli sarebbe stato un problema invece la salvezza è arrivata e non sono riuscito a trattenere le lacrime, ringrazierò sempre l’Ascoli”, ha dichiarato il classe ’97 nell’intervista rilasciata a ‘Tuttosport’.
Riguardando i precedenti capocannonieri dei Mondiali U20 in effetti qualche nome c’è… Ad esempio Messi e Aguero. “Fa davvero strano andare a vedere i capocannonieri delle passate edizioni dei Mondiali Under 20 e scorgere questi mostri sacri. Anzi, per me è uno stimolo a dare sempre di più”.
Il paragone più frequente nei suoi confronti però, è quello con Robben: “Sono lusingato ma io devo pensare a fare… Orsolini, non Robben. Devo lavorare ancora molto, non sono nessuno e ho ancora tanta strada da fare. Guai a montarsi la testa. E poi il mio obiettivo è rendere orgogliosi i miei genitori. Il mio modo di giocare è puro istinto, non so spiegare. La testa mi dice: ‘Mo gli faccio tunnel’ e succede. Inoltre, quando guardo la Champions cerco di imparare dai big”.
Sulla Juventus, poi: “È un onore essere stato acquistato dalla Juve lo scorso gennaio: è un punto di partenza, non d’arrivo. Uno stimolo a dare tutto me stesso in ogni situazione. Sarò fuori casa per la prima volta, sarà una nuova avventura che spero mi porti fortuna. Spero in un risultato simile a quello ottenuto al Mondiale Under 20 visto che anche questa si trattava di una prima volta, non ero mai uscito dall’Europa. Darà il massimo per convincere Allegri, uno degli allenatori migliori d’Europa. Dovrò farmi un mazzo così anche in fase difensiva. Ma se si adatta e si sacrifica uno come Mandzukic, figuratevi se non devo farlo io”.
Nello scorso mercato invernale lo volevano tutte. Tutte. Napoli, Chelsea e non solo. “A gennaio si era parlato tanto di me ma ho scelto la Juve, insieme al mio agente Di Campli, dopo aver parlato coi dirigenti: hanno un progetto importante con i giovani”.
Senza dimenticare quella famosa chiamata di Zanetti: “Ho un bel ricordo di quella chiamata. In un’intervista avevo detto che stavo leggendo il suo libro e che lo ammiravo perché aveva costruito la sua carriera sul lavoro e sul sacrificio. Allora mi ha telefonato ma ora spero di incontrarlo dopo una partita magari per commentare qualche ‘scherzetto’ fatto in campo contro l’Inter…”