Il nuovo muro granata ha un nome e un cognome: Nicolas N’Koulou. Sì, quello costato “84 volte meno di Bonucci”. Tradotto: 500 mila Euro. Ma attenzione, il diritto di riscatto è fissato a 3.5 milioni. Col Torino che di questo passo non ci penserà due volte prima di versarli nelle casse dell’Olympique Lione. Il camerunense classe ’90 da quando è arrivato, si è preso il suo posto in difesa e non l’ha più lasciato. Mai. Ha saputo dare sicurezza alla difesa, sia in fase di non possesso sia al momento di impostare l’azione. Unico giocatore sempre titolare insieme a Sirigu giocando ogni partita dall’inizio alla fine. Indispensabile. Sia per Mihajlovic sia per tutti i fantacalcisti che hanno vinto la scommessa investendo su di lui. E che ora se lo coccolano grazie a quella media voto del 6.03, con una fantamedia del 6.23. Troppo motivato dopo un’annata da dimenticare a Lione per steccare l’avventura in Serie A, N’Koulou. All’OL infatti Genesio che gli preferiva sistematicamente Diakhaby o Mammana. "Sono super motivato, non vedo l'ora di iniziare questa mia nuova esperienza in un campionato bello e difficile come la Serie A. Porto tutto il mio entusiasmo e la voglia di mettermi subito a disposizione dell'allenatore e dei compagni", aveva dichiarato il giorno della presentazione. Sabato è arrivato anche il primo gol in Serie A, contro l’Atalanta. Dedito al 100% alla causa granata, tanto da aver deciso di prendersi una pausa dalla propria nazionale per “concentrarmi esclusivamente sugli obiettivi del mio club”. Fondamentale per N’Koulou ritrovare se stesso per tornare ad essere quel giocatore che ai tempi di Marsiglia definivano il “secondo difensore più forte della Ligue 1 dopo Thiago Silva”. Nel 2010 'Don Balon' lo incluse addirittura nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1989. Dopo esser cresciuto in Camerun nella Kadji Sports Academy, scuola calcio con sede a Douala dove sono nati calcisticamente giocatori del calibro di Samuel Eto'o, Idriss Kameni e Stephane Mbia, e arrivato giovanissimo al Monaco, al Marsiglia sembrava dover davvero esplodere da un momento all’altro. Potenziale top player. Sulle sue tracce infatti ci furono anche Napoli, Roma, Lazio e Milan. Alla fine è arrivato in A qualche anno dopo, con la maglia del Toro. Prima Deschamps poi Bielsa, i suoi padri calcistici, si innamorarono di quel difensore non proprio altissimo (180 cm) ma agile, fisico, veloce e devastante nell’anticipo. Schierabile anche davanti alla difesa. "Deschamps ha vinto tutto, è una leggenda del club. È stata una delle persone più importanti nei miei progressi". Un unica pecca per il camerunense: alcuni cali di concentrazione. “In passato commettevo troppi errori. Ad ogni partita almeno una o due volte mi deconcentravo ma ora è diverso e sono molto migliorato”. Merito soprattutto degli insegnamenti del ‘Loco’, tanto che quando le strade dell’allenatore e del Marsiglia si separarono, il giocatore si schierò apertamente dalla parte del suo maestro. Ma forse fu proprio in quel momento che la crescita di N’Koulou si arrestò. Anzi, dicono che per la sua carriera si possa parlare di un pre e un post Coppa d’Africa 2015. Dal top alle difficoltà. Durante la competizione con la propria nazionale infatti si infortunò senza più ritrovare né la forma migliore né se stesso. In poche parole: non era più lui. Un paio di anni bui fino… alla Coppa d’Africa 2017. Da un’edizione all’altra, dal baratro alla rinascita. Quella del 2017 la vinse da protagonista segnando il gol del pareggio in finale contro l’Egitto, prima del 2-1 definitivo dei suoi. Il primo passo per tornare ad essere il nuovo, vecchio N’Koulou. Percorso continuato ora al Torino, dove quella scommessa da 500 mila Euro vinta dal ds Petrachi è diventata il principale baluardo del muro granata.