È fatta: Pulisic sarà un nuovo giocatore del Milan. Quarto arrivo dal Chelsea nel giro di pochi anni dopo Giroud, Tomori e il neo arrivato Loftus-Cheek. Dalle parti rossonere di Milano si augurano che possa fare bene anche lui. D'altronde ha già dimostrato di poter fare la differenza.
E già l'ha fatta nel sistema calcistico degli Stati Uniti. Con la Golden Generation ha portato questo sport a un livello superiore, imponendosi non solo nel continente ma a livello mondiale. Anche se, il suo primo approccio diretto con il calcio non nasce negli Stati Uniti. Ci aveva provato papà Mark, ex calciatore professionista ora vice allenatore al Pittsburgh Riverhounds, ma è stata fondamentale la mamma.
Pulisic: dall'Inghilterra alla parentesi al Barcellona
Infatti, nel 2005 entra nel Programma Fulbright, uno scambio internazionale tra vari studiosi (di cui ha fatto parte anche Umberto Eco). Kelley viene mandata in Inghilterra e la famiglia si trasferisce vicino Oxford. Intanto Christian inizia a giocare nel Brackley Town, squadra allora nell'ottavo livello del calcio inglese (l'equivalente della nostra Seconda Categoria).
Tornato negli Stati Uniti, Pulisic non vuole abbandonare il soccer, così gioca nei Michigan Rash. Ma prima di passare ai Pennsylvania Classics (dove rimane dal 2008 al 2015), è protagonista di una breve parentesi al Barcellona. Infatti nella stagione 2008-09 ha fatto vari provini con i catalani, passando una settimana con la squadra B degli allievi. Però per un problema extra campo non lo tesserarono. In quel periodo infatti la Fifa minacciava il Barcellona per il tesseramento di calciatori minorenni non in possesso dei requisiti richiesti. All’inizio Pulisic continuava ad allenarsi con la squadra, il club gli pagava l’hotel ogni volta che andava a Barcellona e il padre l’aereo per fare avanti e indietro dagli Stati Uniti. Ma alla fine lo stesso padre del giocatore cominciò a cercare nuove squadre che potessero da subito tesserare il ragazzo.
Pulisic, il Borussia e la scoperta per caso
Alla fine torna negli Stati Uniti fino al 2015 dove, grazie a un torneo in Turchia, il Borussia Dortmund viene a conoscenza di questo nuovo talento. I tedeschi erano lì per un altro giocatore, ma gli osservatori avevano occhi solo per Pulisic. Un trasferimento facilitato anche dal passaporto croato ottenuto grazie al nonno Mate (non a casa il secondo nome di Christian è Mate). Partito dalla Dalmazia, emigrò negli Stati Uniti.
Da Dortmund parte la sua favola: prima U17, poi U-19 infine la prima squadra. 19 gol e 26 assist in 119 presenze. Nell'ultima stagione in Germania, era diventato un vero e proprio idolo. Tant'è che mentre Pulisic rilasciava un'intervista post partita durante un torneo pre campionato, un giovane tifoso è sceso in campo per strappargli una foto e un autografo. Uno steward però ha fermato la corsa del tifoso placcandolo e prendendolo in braccio per allontanarlo. Pulisic ha visto tutto e ha 'salvato' il giovanissimo tifoso. La breve disavventura era finita con un selfie insieme.
Il Chelsea nel destino
Il Chelsea nel 2019 lo paga oltre i 60 milioni di euro. Lui ripaga diventando il secondo giocatore più giovane a segnare una tripletta con i Blues (battendo Abraham) e vincendo una Champions League. Il primo statunitense di sempre anche solo a giocare una finale di UCL. Il Chelsea era sempre stato nel suo destino: infatti quando era in Inghilterra per la madre, è andato anche a visitare Stamford Bridge e a fare qualche allenamento con la squadra giovanile dei londinesi.
La sua storia ha tutto il fascino di chi è già un predestinato. Ora una nuova esperienza per Capitan America, pronto a mettere nel suo destino anche il Milan.