Mes que un club, quattro semplici parole che descrivono la filosofia del Barcellona. Dal 2012 ad oggi di cose ne sono cambiate, eccezione fatta per una particolarità tutta blaugrana, ovvero quella di far giocare i giovani. La Cantera, infatti, è sempre al centro delle attenzioni del club. Il risultato più evidente si ebbe il 25 novembre di sei anni fa, appunto. Contro il Levante scendono in campo undici giocatori tutti provenienti dalle giovanili del Barcellona: Víctor Valdés, Dani Alves, Piqué, Puyol, J.Alba, Busquets, Xavi, Fábregas, Pedro, Iniesta, Messi. Una formazione fortissima, che in quella stagione vinse la Liga toccando quota 100 punti.
Lo scorso aprile, invece, l'incredibile novità. per la prima volta dal 2002 il Barcellona scende in campo senza nemmeno un canterano. I blaugrana, ancora sotto schock per l'incredibile eliminazione subita in Champions dalla Roma, fa visita al Celta Vigo: ter Stegen fra i pali, linea a quattro difensiva con Semedo e Digne terzini, Vermaelen e Yerry Mina centrali. Mediana a due con Paulinho e Andre Gomes. Poi Coutinho, Denis Suarez e Dembelè dietro l'unica punta Paco Alcacer. Messi e tutti gli altri fuori.
E oggi, in Olanda, il Barcellona è tornato alle origini. Nella trasferita sul campo del Psv sono ben dieci i canterani presenti. Quattro dei quali in campo, ovvero Piqué, Jordi Alba, Sergio Busquets e Messi. Mentre altri sei siedono in panchina. Si tratta di Peña (portiere classe 1999 alla sua prima convocazione con i grandi) dei più famosi Denis Suárez e Munir. Di Aleñá (centrocampista classe 1998 che ha già debuttato in Liga contro il Betis) Miranda (difensore del 2000 convocato solo una volta in stagione) e Chumi, difensore centrale del 1999.
Sei uomini in panchina, cinque provenienti dalla Cantera. L'unico "estraneo" è il buon Malcom. Un gesto di enorme fiducia nei confronti dei suoi ragazzi da parte di Valverde, che li aveva chiamati - e alcuni anche schierati - solo una volta, nella prima partita di Copa del Rey contro il Leonesa. Da una coppa nazionale alla Champions, il passo è enorme. Non per il Barcellona, la cui filosofia rimane sempre la stessa.