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Data: 18/02/2019 -

Pro Piacenza, la 'verità' del presidente Pannella: "Io non ho mai seguito questa società"

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Dopo la farsa di ieri che ha fatto il giro del mondo, oggi il Pro Piacenza è stato ufficialmente escluso dal campionato di Serie C. Una domenica pomeriggio surreale al ‘Paschiero’ di Cuneo, dove il Pro Piacenza si è presentato con sette ragazzini ed un massaggiatore-giocatore per disputare la partita ed evitare la radiazione. Venti a zero, un’umiliazione divenuta tristemente virale su internet in poche ore.

La punta dell’iceberg, a dir la verità, per il Pro Piacenza, i cui problemi (già macroscopici) si erano palesati mesi addietro (dalle prime inadempienze di ottobre e forse ancora prima…).

Ne abbiamo parlato in un botta e risposta serrato con l’ormai ex presidente Maurizio Pannella.

Come mai questa estate ha deciso di acquisire il club salvo dimostrare inadempienze di lì a poco? “Una cortesia che non rifarei mai nella mia vita. Per fare una cortesia sì. Avevo detto no, più di una volta, poi all’ultimo secondo mi è stato strappato un sì. Ripeto, un sì strappato”.

Eppure alle spalle ha un brand importante come Seleco già attivo, peraltro, nel mondo del calcio… “Cortesemente Seleco lasciamola fuori. Io sono stato molto preso in questi mesi proprio dal rilancio di Seleco sul mercato e non ho seguito a dovere le sorti del Pro Piacenza. Sono stato superficiale”.

Come non lo ha seguito, non era il presidente? “No, non ho mai seguito personalmente il Pro Piacenza. Non ho problemi a dirlo. Non sapevo nemmeno a quanto ammontasse il budget. Per tutta la sessione estiva di mercato non ci ho mai messo piede nel Pro Piacenza, eppure mi hanno portato 30 tesserati. Si sono approfittati della mia buona fede. Non ho mai visto una società con più di 30 tesserati. Ma io, in prima persona, ci ho messo mano solo negli ultimi quindici giorni”.

Ora? Salderai le spettanze? C’è gente che non ha mai preso una lira da lei… “La società verrà messa in liquidazione e verrà chiusa. Che c’è gente che non ha preso una lira è una sciocchezza, non è vero”.

Arriviamo al dunque, senza girarci intorno: può spiegarci come si fa mandare sette ragazzini anzi, adolescenti, a farsi umiliare come puntualmente successo ieri? “Intanto vorrei stigmatizzare l’atteggiamento della controparte perché venti gol li avrei evitati! Non posso dirle niente perché la partita non l’ho organizzata io”.

Ma come? Beh, comunque in qualità di presidente avrà senz’altro avvallato scelleratezza siffatta… “Mi era stato detto che c’era la regolarità tecnica per poter fare una cosa del genere onde evitare di essere radiati (sarebbe stata la quarta rinuncia). Avendo ricevuto dalla Lega soltanto giovedì la comunicazione che saremmo dovuti scendere in campo sarebbe stato impossibile allestire una squadra. Sul resto non so rispondere, non lo so. Non ho organizzato io la trasferta di Cuneo, ero fuori per motivi di lavoro”.

Ora è giustamente finita, il Pro Piacenza non esiste più… “Rispetto la scelta di Ghirelli, trovo giusto quello che ha fatto. E’ giusta l’esclusione e non farò nessun ricorso. Già stamani in un comunicato ho scritto che qualora non fossimo stati in grado di organizzare la partita di domenica, avrei fatto due passi indietro”.

Per concludere… “Non mi sento assolutamente in colpa per aver fatto chiudere il Pro Piacenza. Io quest’estate ho acquistato la società all’ultimo secondo, quindi chi ora mi accusa si poteva far avanti quando richiesto. Chiudiamo qui, io sono stato superficiale ma non mi sono mai occupato direttamente del Pro Piacenza”.



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