"Quelle gambe sono proprio delle belle gambe. Sembrano quelle di un buon calciatore". Quando si corteggia qualcuno, ogni tanto, le bugie "bianche", quelle buone, possono fare comodo. Per sembrare più convincenti, per infondere in chi si ha di fronte un sentimento di fiducia. Tra Marcelo Bielsa e Mauricio Pochettino, oggi allenatori di Leeds e Tottenham, deve essere andata più o meno così, una notte di tanti anni fa.
Ai tempi del Newell's Old Boys, El Loco aveva in mente un piano per rendere quel piccolo club uno dei più competitivi del Paese: voleva una squadra che se la giocasse con tutti, a prescindere dai mezzi a disposizione. Chi lavorò con lui in quel periodo, racconta di lunghi viaggi in giro per il Sudamerica alla ricerca di calciatori che facessero al caso suo. Calciatori giovani, si intende. Che sarebbero potuti diventare grandi di lì a poco: Mauricio Pochettino fu uno di questi.
Intervistato da ESPN Brazil, l'allenatore degli Spurs ha raccontato come Bielsa gli abbia cambiato la vita, quando aveva appena 13 anni: "Stavo dormendo nel mio letto, quando all'una di notte qualcuno suonò alla porta: mi svegliai. Erano Jorge Griffa e Marcelo Bielsa: El Loco - che per me loco, ovvero pazzo, non lo è affatto - chiese di vedere le mie gambe. Disse che erano quelle di un buon calciatore. Era una bugia innocua, solo per iniziare la trattativa. Poi chiesero ai miei genitori di trasferirsi a Rosario, a 200 km da casa, o quanto meno che mi permettessero di andare a vivere lì"
"Andavano in giro a caccia di talenti - continua Pochettino -, in quel momento si dicevano creatori di un nuovo stile. L'obiettivo era quello di rendere una grande squadra i Newell's Old Boys". Proprio con quella squadra, Pochettino ha mosso i suoi primi passi nel calcio professionistico, prima di trasferirsi in Europa per vestire le maglie di Espanyol, PSG e Bordeaux. El Loco ci aveva visto giusto.