Perché una favola - come un buon piatto - funzioni, c’è bisogno di un autore appassionato, di uno ‘chef’ stellato che, con i giusti ingredienti, condisca perfettamente i diversi segmenti della storia.
Dallo schierare con delicatezza 11 calciatori all’interno del campo, avendo cura che tutti giochino allegri e divertiti, all'assicurarsi un buon ‘manico’ (si consiglia Domenico Giacomarro) con il quale mescolare - non agitare - le posizioni dei calciatori; farcire con zelo e disciplina e poi offrire a tutti i tifosi del "Donato Curcio" di Picerno.
Ecco preparazione e ingredienti di una favola raccontata con una metafora che per la realtà Picerno calza perfettamente dopo il 4-1 contro l'Audace Cerignola.
E nel piccolo centro lucano a due passi dal capoluogo Potenza, i tifosi dell’AZ Picerno sono tutti di questo avviso: dietro il diploma di campione d’inverno del Girone H di Serie D guadagnato lo scorso 12 dicembre contro il Cerignola, c’è la regia di un solo uomo, Donato Curcio, il patron della squadra melandrina.
Dopo il poker inflitto al Cerignola dai ragazzi di Giacomarro, il presidente onorario Curcio, da Buffalo, negli States, ha così commentato: "Grazie a tutta la squadra per questa grande vittoria. E' il frutto di un lavoro sinergico, di grande sacrificio. Nulla arriva per caso, dietro c’è una programmazione e c’è il lavoro di una società che non fa mancare nulla, grazie al grande impegno e alla professionalità del direttore Mitro, di tutti i membri della Società e di mister Giacomarro".
E' a questo punto che una semplice storia assume i caratteri della favola. Donato Curcio è uno dei tanti figli che, pur emigrando dall’Italia, non ha mai dimenticato la propria terra natale.
Il giovane diciannovenne che, a inizio anni ‘50, lasciava il proprio paesino di provincia in cerca di maggior fortuna, è oggi un top manager di caratura mondiale. Dopo tanto girovagare, Donato ‘ha trovato l’America’, ottenendo quella fortuna che, negli anni, non è riuscito proprio a tenere tutta per sé.
Radicato con il cuore alla sua Picerno, egli ha voluto prima donare alla comunità un impianto sportivo di ultima generazione, poi ha assunto la guida della società calcistica come presidente onorario, perché, come ha spesso dichiarato: "Noi che abbiamo vissuto in una nuova realtà come gli States, abbiamo avuto la possibilità di fare fortuna, dunque ci sentiamo obbligati a fare qualcosa per la gente del nostro paese natale".
L’«obbligo» si è poi trasformato in piacere, anzi, in pura passione: dopo aver preso il timone societario, lo ‘Yankee lucano’ ha esportato il ‘sogno americano’ nel suo Picerno, assicurando al club una stabilità economica che gli ha permesso di militare serenamente - dal 2015 ad oggi - per tre anni in serie D (girone H), fino ad arrivare, quest’anno, all’exploit definitivo: 36 punti in 16 gare al giro di boa e a + 5 dalla diretta inseguitrice - appena battuta - Audace Cerignola.
A Picerno sperano che questa favola tricolore, decorata ‘a stelle e strisce’, possa concludersi positivamente con il classico “vissero tutti felici e...vincenti”. Naturalmente, a patto che non venga stravolta la sua ricetta, che non vengano sostituiti gli ingredienti principali: un’emulsione d’Allegria, shakerata con un generoso pizzico di bel gioco servito alla ‘Giacomarro’; un ‘pugno’ abbondante di Zelo, adagiato su un letto di duro lavoro e disciplina.
Ingredienti per una favola dalla A alla Z... Picerno.
Giovanni Caporale