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Data: 24/11/2018 -

Allenamenti, famiglia e voglia di vivere un sogno: la nuova vita di Parigini

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La crescita in pochi mesi, ora Parigini è pronto a diventare un nuovo simbolo del Torino: il suo sogno da quando era bambino
La crescita in pochi mesi, ora Parigini è pronto a diventare un nuovo simbolo del Torino: il suo sogno da quando era bambino

Il sogno di una vita. Il sogno di un bambino. “Ora sono qui, tocca a me”. Vittorio Parigini sa che questa può essere la sua occasione, quella che aspettava da tanto tempo, con la maglia che ha sempre voluto indossare. D’altra parte, chi percorre tutta la trafila delle giovanili di una squadra, difficilmente non vuole togliersi la voglia di diventare protagonista con quel club, almeno per un periodo. Ma non è il futuro a contare per l’esterno del Torino: è il presente.

Un presente che parla chiaro: Vittorio Parigini in un’estate si è trasformato. Da giocatore di talento incostante, a vera giovane promessa. Un calciatore maturo, che Mazzarri per tutto il ritiro ha voluto seguire passo dopo passo in una trasformazione che può ora portarlo a diventare al centro di un progetto con il Torino. Il suo Torino, dove è voluto rimanere a tutti i costi, rinunciando in passato anche alla Juventus. Benedetti, il responsabile del settore giovanile, gli disse: “Lì saresti un numero, qui saresti Parigini”. Ora vuole diventarlo davvero.

Ha cambiato tanto in questi mesi. Quasi tutto. Il ruolo: non è più solo una seconda punta, ma un esterno a tutto campo, in grado di fare anche la fase difensiva con efficacia. L’atteggiamento: niente più colpi di testa, solo tanta concentrazione e umiltà, lavorando con determinazione per raggiungere l’obiettivo. Addirittura l’agente, da qualche giorno: Giuseppe Galli, che nel Torino gestisce già un giovane giocatore come Edera e che adesso vuole aiutarlo a proseguire nella sua crescita di professionista.






Ma già da diversi mesi i segnali di un cambiamento di testa si erano visti, ed erano stati notevoli. Non solo con la maglia del Toro, ma anche in Nazionale. Un altro gol è stato segnato con l’Under 21 di Di Biagio contro la Germania: non è bastato per vincere, ma ha aumentato il suo score portando a sette le reti realizzate in azzurro, è in generale tra i più prolifici dell’attuale gruppo a disposizione del ct. Una nuova vita alla ricerca di quello spazio in campo che “vorrei avere, ma senza fretta” ha dichiarato proprio durante il ritiro con la Nazionale. Dalla sua, oltre all’impegno, c’è anche il rapporto con Mazzarri: “il mio padre calcistico”. Un po’ come lo fu Moreno Longo in Primavera: tanti complimenti quando li meritava, ma anche molti rimproveri per cercare di fargli capire che il talento da solo non poteva bastare.

E poi c’è la famiglia. Dalla madre Rosa, al padre Claudio: è il suo primo tifoso, lo segue da quando era piccolo e lo ha sempre aiutato e sostenuto nelle scelte più difficili. Una di quelle fu lasciare giovanissimo la Primavera per tentare la fortuna con la Juve Stabia. Ha giocato poco, ma gli è servito per iniziare a lavorare su se stesso e sul suo atteggiamento. Era il 2013, cinque anni fa. Un percorso lungo e tortuoso ma questo è ora il suo momento. Il suo sogno di bambino che può davvero diventare realtà.



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