Uno sfogo da capitano, anche senza la fascia al braccio. Il momento di caos attorno al Palermo è testimoniato dallo sfogo avuto al termine della sfida contro il Foggia da parte di Giuseppe Bellusci.
Il difensore rosanero, che in campo al fischio finale ha reagito in malo modo ai fischi dei tifosi, è salito in sala stampa per un monologo che sa quasi di denuncia contro la situazione attuale: "Mi assumo tutte le responsabilità e chiedo scusa per i modi, ma non per il pensiero - esordisce - Siamo stati fischiati, in un momento in cui non sappiamo in mano a chi siamo e siamo fragili per la questione societaria. Non abbiamo garanzie di nessun tipo, siamo da soli, Foschi e Stellone ci stanno proteggendo da tutti".
Bellusci ha poi parlato del match odierno, respingendo le critiche della tifoseria e lanciando un appello: "Ci dovete aiutare, stavolta non permetto i fischi. Abbiamo finito con quattro giocatori coi crampi, ci possono fischiare a Cremona o contro la Salernitana ma oggi non ci sto. Tolti i dieci minuti finali ci vanno fatti i complimenti".
La chiosa di Bellusci è sul futuro, con una data segnata nel calendario: "Bisogna aspettare il 15 febbraio, ma a me non interessa lo stipendio. Mi interessa sapere chi siamo, la prospettiva qual è. Se c'è un problema vado a casa, ma io voglio vincere il campionato e tornare in Serie A. Dobbiamo essere tutti uniti, voglio quarantamila allo stadio per la Serie A".
di Giovanni Mazzola