Guizzi, accelerazioni, assist di tacco e un destro preciso all’angolino basso che si infila in rete. Nella vittoria del Lens contro il Psg c’è tutto Lois Openda. Talento del calcio belga che sta guidando i giallorossi secondi in Ligue 1 e stupendo mezza Europa. Ma non è certo una sorpresa. Almeno non per chi lo conosce e lo segue da anni. Il suo viaggio parte dal Belgio, passa per l’Olanda e plana sulla Ligue 1. Lasciando a bocca aperta chiunque lo veda giocare. Nei tabellini dei tornei giovanili si trovano anche un paio di squilli segnati in Italia, ma ci torneremo. Enfant prodige alla conquista del mondo.
Il biglietto da visita è sempre stato la personalità. Calzettoni bassi, spalle larghe e indole da dribblomane. Occhi di chi ti studia, con uno sguardo che sembra dire “sono pronto a sfidarti e sono sicuro che se parto palla al piede non mi prendi”. Il sorriso è quello di un ragazzo che gioca, si diverte a puntare l’uomo, saltarlo e andare via in velocità. Lo ha fatto per una vita in Belgio con il Brugge, in Olanda con il Vitesse e lo sta facendo ancora in Francia con il Lens dei miracoli. Nel secondo posto dei giallorossi - a meno quattro dal Psg capolista - c’è soprattutto la sua firma.
Ieri sera ha steso il Psg di Mbappé, dando il via all’ennesima vittoria del Lens al Bollaert-Delesis. Fortino inespugnabile. Da dieci in pagella, come le vittorie in campionato in casa della squadra di Haise. Per raggiungere il suo record di gol personali invece, Lois di centri dovrà farne ancora undici. Furono diciannove in Eredivisie con il Vitesse lo scorso anno, sono otto finora dopo diciassette giornate. Manca un girone intero. L’obiettivo è alla portata.
Donnarumma però non è stato l’unico portiere italiano infilato da Openda in carriera. Già, perché nel marzo del 2018 - quando giocava nelle giovanili del Brugge - la stessa sorte toccò a Giacomo Satalino, al tempo portiere del Sassuolo. Oggi difende i pali della Carrarese, in Serie C. Era il torneo di Viareggio, Lois aveva il numero nove sulle spalle e segnò calciando di forza sul primo palo. Ma la prima volta in cui ha mostrato al mondo il suo talento risale a due anni prima, Europei Under 17 in Azerbaigian. Si gioca Belgio-Portogallo e sulla sua fascia - nell’altra metà del campo - c’è Rafael Leao. Si somigliavano allora e si somigliano ancora adesso. Stesso sorriso, stessa voglia di dribblare tutto e tutti. Rafa ha imparato ad essere anche concreto, Lois lo sta imparando con il tempo. Curiosità: in quel Belgio pieno zeppo di sedicenni dal grande avvenire, tanti si sono ritrovati in italia con fortune alterne. Svilar alla Roma, Zinho Vanheusden prima all’Inter poi al Genoa, Foulon a Benevento e Peeters nella Juventus Under 23. In quella squadra quello che ha fatto più strada è Openda. Ma questo lo si poteva intuire già guardando qualche spezzone di quelle partite. Talento grezzo ma già di un altro livello.
Anche se in carriera non è sempre stato tutto facile. Nel 2020 gioca poco con il Brugge - chiuso anche da De Ketelaere, stella del 3-5-2 di Clement - e viene girato in prestito in Olanda, al Vitesse. Isola felice dove i giovani hanno tempo di crescere in pace. Openda fa 13 gol al primo anno e 23 al secondo tra campionato e Conference. Prestazioni che gli sono valse mondiale e nazionale. In Qatar ha giocato 15’ scarsi contro il Canada, entrando al posto di Batshuayi. Lui preferito a Mertens e De Ketelaere, proprio il dieci che gli rubava il posto a Brugge. Altri tempi. Oggi entrambi possono rappresentare il futuro di una nazione intera. Il nuovo ciclo dei Diavoli Rossi è nelle loro mani. E se fosse veramente lui il Belga della svolta a cui affidare la ricostruzione? A Lens risponderebbero tutti con il pollice alzato.