Un pizzico d’Italia negli Urali. Strano, no? Stranissimo, una storia curiosa. Made in Italy (a metà). Andrea Chukanov ha 23 anni, gioca nell’Orenburg e ha segnato il gol più importante della sua carriera.
Le prime motivazioni sono semplici: gol vittoria al 90esimo contro i Campioni di Russia della Lokomotiv Mosca, destro da wow contro la squadra in cui è cresciuto (e che non ci ha puntato per il futuro). Ah, primo squillo in Premier russa. In poche parole: è già l’idolo di casa, Orenburg secondo a 6 punti, da neopromosso. E ai confini degli Urali. Ma il ragazzo si chiama Andrea, ha un nome italiano e tiene alta la bandiera del Bel Paese. Sì, è tutto vero.
Chukanov è nato a Cosenza, ha vissuto in Italia fino all'età di 6 anni. Suo padre lavorava in Calabria ed è rimasto per un po' con la famiglia. Nessuna origine italiana però, come da lui specificato. È "soltanto" nato lì (ha il doppio-passaporto). Soprannominato "Andre" dai compagni, ha perfino una squadra del cuore: “Ho sempre tifato Lazio! Dove stavo io tenevano tutti per l’Inter o per il Milan, io invece no”. Sognava Hernan Crespo: “Avevo la sua maglietta”. E infatti gioca in attacco come lui, un numero 11 che corre sulla fascia. Dopo tre anni in B con il Tyumen – prima città della Siberia, altro posto tranquillo ma leggermente più caldo – il grande salto in Serie A: “Sono felice, voglio impormi come titolare”. Ora il primo gol, con lo sguardo puntato al futuro: “Io in Italia? Chissà, mi piacerebbe provare”. Un pensiero di due anni fa, ancor prima di "beccare" Gattuso e postarlo su Instagram. Lui ragazzino, l'altro un'icona. Due parole in italiano e il sogno di rincontrarsi. Magari in un posto più caldo degli Urali.