Da Roma a Empoli: 30 anni dopo, il nuovo esordio di Roberto Muzzi
Ne è passato di tempo da quando Gigi Radice in tribuna vide quel ragazzino che giocava nella Primavera della Roma e disse "Voglio lui, portatelo in prima squadra". Era il 1989 e pochi mesi dopo arrivò l'esordio in Serie A con la maglia giallorossa. 30 anni dopo, Roberto Muzzi è pronto ad un nuovo debutto, quello da primo allenatore sulla panchina dell'Empoli. 30 anni nei quali il calcio è stato il suo unico comune denominatore.
130 gol tra Serie A e Serie B: il Roberto Muzzi calciatore
Parte tutto da lì, da quell'amichevole nella quale Roberto entra nel finale e segna due gol. Radice rimane folgorato da quell'attaccante forte fisicamente e con una determinazione fuori dal comune. Ne seguiranno 4 stagioni in maglia giallorossa, fianco a fianco con un altro talento che sta emergendo in quegli anni. E' di cinque anni più giovane di lui e si chiama Francesco Totti. Quando Mazzone decide di farlo esordire, Muzzi è seduto di fianco a lui in panchina.
Dopo un anno in prestito in Serie B al Pisa, la maturazione arriva a Cagliari. 5 stagioni tra Serie A e Serie B, 58 gol in 144 partite. Muzzi diventa un idolo del popolo sardo, che lo ricorda ancora oggi come dimostrato il 20 settembre scorso, quando Roberto è entrato alla Sardegna Arena da collaboratore tecnico di Andreazzoli al Genoa. Standing ovation e giro di campo per lui, perchè il tempo passa ma certe emozioni non si dimenticano.
L'affermazione definitva del Muzzi calciatore arriva all'Udinese, squadra in costante lotta per le posizioni europee tra il 1999 e il 2003. Altri 39 gol in Serie A con la maglia bianconera che gli valgono il ritorno a casa, nella sua Roma, questa volta sponda biancoceleste. Un passaggio faticoso per lui, nato nella capitale e con un lungo passato in giallorosso. Alla Lazio in due anni incide molto poco, forse troppo oppresso dalle difficili condizioni ambientali.
La rinascita arriva a Torino, un legame fortissimo quello che sia crea con la Curva Maratona che ne fa un idolo grazie alle sue caratteristiche "da Toro". Viene acquistato da Cairo il giorno prima della partita Torino-Albinoleffe. Muzzi non ci pensa due volte, prende il volo il mattino successivo e il pomeriggio stesso è già negli spogliatoi con gli scarpini ai piedi. Con queste premesse è amore a prima vista con i granata. Due stagioni, con una promozione in Serie A e una salvezza tranquilla l'anno dopo. Unico rimpianto non aver mai giocato il derby, con le posizioni di Torino e Juventus che si ribaltano nel corso delle due stagioni. Prima i granata in B, poi i bianconeri causa sentenza di Calciopoli. Roberto chiude la carriera al Padova prima di iniziare un nuovo percorso, quello da allenatore.
Da Stramaccioni ad Andreazzoli: la nuova vita da allenatore
Come per la sua prima vita nel mondo del calcio, anche la seconda comincia con i colori giallorossi addosso. Tra il 2009 e il 2015 allena nel settore giovanile della Roma, alternandosi tra le varie leve. In questi anni però arriva anche la grande occasione di salire in prima squadra. Il 3 febbraio 2013, Zdenek Zeman viene esonerato e al suo posto viene scelta la soluzione interna che risponde al nome di Aurelio Andreazzoli. Muzzi viene promosso a vice allenatore in un'esperienza che però sarà in chiaroscuro. Molto bene in campionato, ma con la macchia della finale di Coppa Italia persa contro la Lazio che rimane indelebile nella carriera di entrambi. A fine stagione la società virerà su Rudi Garcia e Roberto tornerà ad allenare i ragazzi.
In questi anni giallorossi si lega, però, ad Andrea Stramaccioni che lo vuole al suo fianco per le esperienze all'estero sulle panchine di Panathinaikos e Sparta Praga. Muzzi ricopre ancora una volta il ruolo di vice. Annate formative per lui tra difficoltà legate agli ambienti e a dirigenze abbastanza sopra le righe. Ad Atene, Stramaccioni viene esonerato con la squadra seconda in classifica ma con una società in pesante crisi finanziaria. A Praga gli va ancora peggio, allontanato dalla panchina da un direttore sportivo che si autonomina come nuovo allenatore, alla faccia del rispetto dei ruoli.
Terminate le avventure con Stramaccioni, Muzzi torna a fare il vice di Andreazzoli sulle panchine dell'Empoli prima e del Genoa fino a qualche settimana fa. L'avventura in Toscana può sicuramente ritenersi positiva, vista la promozione con risultati da record il primo anno e l'ottimo impianto di gioco mostrato l'anno successivo, nonostante la retrocessione finale. Ricordi che devono essere rimasti ben impressi anche nella memoria del presidente Corsi, pronto a dare a Roberto Muzzi la sua prima occasione da capo allenatore di una prima squadra. 30 anni dopo, è pronto ad un nuovo esordio. Un po' di tempo è passato da quell'amichevole a Roma, ma la determinazione e la voglia di spaccare il mondo sono rimaste quelle di sempre.
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