Mai banale José Mourinho. "La crescita dei giocatori è abbastanza buona; certo, 12 punti in 4 partite sarebbero stati perfetti, ma dobbiamo accettare la realtà". A pochi giorni dalla ripresa del campionato turco - e con un Filip Kostic in più - lo Special One ha rilasciato alcune dichiarazioni a Fanatik. Tra Fenerbahce, il passato europeo tanto discusso con la Roma e un parere su Victor Osimhen, prossimo avversario in Super Lig con la maglia del Galatasaray.
Mourinho: "Contro il Siviglia hanno deciso che non avremmo dovuto vincere quella partita"
"Prima di tutto voglio andare avanti in Europa League. È un formato nuovo e sconosciuto a tutti, ma ci dobbiamo provare. Ho allenato 200 partite in Europa, ma questa volta sarà diverso". Sfumata la qualificazione in Champions League, Mourinho ripone le speranze in UEL. Un trofeo che aveva solamente sfiorato con la Roma nel 2023. "Gli arbitri? Non ho mai avuto problemi con la UEFA. Ho un ottimo rapporto con il presidente, faccio parte della loro storia e lo sanno. Nella finale di Europa League contro il Siviglia il VAR e l'arbitro hanno deciso che non avremmo dovuto vincere la partita, mentre per 1 milione di persone era calcio di rigore. Quest'anno contro il Lilla è stato concesso un rigore molto strano. Quando morirò non dimenticherò mai la finale giocata con la Roma, spero che andrà meglio al Fenerbahce".
Lo Special One ha poi parlato di Victor Osimhen, uno degli avversari che ritroverà in campo: "Osimhen è un giocatore fantastico. Se fossi in un club che può spendere 70-75 milioni di euro, lo comprerei. Non ho problemi con Victor, ho un buon rapporto con lui, anche se si butta molto a terra. Ho detto a Osimhen: 'Guarda, sei uno dei migliori giocatori dell'Africa insieme a Salah. Prima ci sono stati Drogba, Eto'o, Weah. Non puoi buttarti giù così tanto".
E sul futuro in Turchia: "Il mio obiettivo è avere successo al Fenerbahce e loro vogliono che resti a lungo. Questo è il mio obiettivo. Ho avuto occasioni di allenare una Nazionale in passato, ma le ho sempre rifiutate. Non è un lavoro che mi renderebbe felice: 1-2 partite al mese, viaggiare per vedere i giocatori, aspettare i tornei...Ho molte energie da spendere in questo momento. Forse un giorno, quando sarò vecchio e stanco, ma non oggi". La strada è tracciata e glil obiettivi sono chiari: Mourinho non ha intenzione di fermarsi.