Mourinho: “Ho rifiutato il Portogallo e una grande offerta dall’Arabia”
Le parole di José Mourinho al podcast di Rio Ferdinand
Dopo l’addio alla Roma, è tornato a parlare José Mourinho nel podcast “Five” di Rio Ferdinand. L’allenatore portoghese ha parlato del suo futuro, di Cristiano Ronaldo, dell’addio alla Roma e non solo.
Roma, l’intervista di Mourinho
Sull’addio alla Roma, Mourinho ha detto: “Devi rispettare la loro decisione, credo che i fans sono sempre il cuore delle squadre ma c’è una società e quando prende una decisione, devi solo rispettarla. Ho dato tutto il mio cuore alla Roma”.
Sulle offerte ricevute e l’addio alla Roma ha aggiunto: “Ho rifiutato grandi opportunità, la prima è stata dal Portogallo, tre anni prima del Mondiale che ci sarà. Poi anche una grande offerta dalla Saudi: sono veramente pragmatico e professionale nelle mie scelte. Quando ho lasciato la Roma comunque, non lo sono stato e ho avuto la sensazione di aver lasciato belle cose ai tifosi, date anche le finali europee. Loro infatti non hanno una grande storia a quel livello. Poi camminavo in città e vedevo che la gente mi voleva bene e mi chiedeva “portaci a Dublino” (la sede dell’Europa League 2024). Alla fine comunque devi però rispettare la decisione della proprietà. Non è la prima volta che lascio un club ma è la prima volta forse che la lascio in un modo e sensazioni differenti”.
Sulle differenze nei vari campionati ha aggiunto: “Quando la tua squadra è la migliore, devi mostrare la tua forza, quando invece non lo è devi creare un bilanciamento. Nei club latini senti più le emozioni, in Inghilterra c’è più disciplina”.
E sul Real Madrid e i derby ha aggiunto: “Nei miei anni al Real Madrid c’erano i migliori giocatori: Ronaldo, Higuain, Di Maria. Devo dire che era dura: se non facevi 90 e passa punti, non vincevi il campionato perché c’era comunque il Barcellona. Il primo derby tra Inter e Milan in cui ero in panchina, c’erano tifosi di entrambi i club nelle stesse macchine: è peggio il derby tra Inter e Juve”.
Sul Manchester United ha detto: “Ho amato il mio tempo allo United. Ero orgoglioso di andare lì e anche quando ci sono tornato come commentatore di Sky. Il club, la storia, essere l’allenatore dello stesso club di Sir Alex è stato incredibile. Ero orgoglioso e felice, anche se non è stato facile. Non penso che i media mi hanno aiutato. Non penso ci fosse l’intenzione di ferirmi ma penso che le persone non hanno capito la dimensione del lavoro che c’era e le difficoltà. Negli anni in cui era veramente chiaro, quando c’era Sir Alex, la struttura della società era veramente fluida. Dopo invece non molto”.
Su Cristiano Ronaldo ha aggiunto: “Ronaldo? Non devi allenarlo. Devi solo essere felice e creare un gioco che sia adatto a lui. Al Real Madrid è diventato anche più bomber rispetto a quanto era prima. Contro il Barcellona nella finale di Coppa ha fatto un grandissimo gol: lì probabilmente le persone hanno capito che fosse un animale. A Cristiano non devi dare responsabilità, motivazione, ambizione e tecnica. Serve solo qualche indicazione tattica e lasciarlo tranquillo e felice”.
Sugli obiettivi raggiunti e l’addio: “Siamo arrivati secondi un anno e abbiamo fatto il massimo. Non è stato l’obiettivo massimo perché non hai vinto il campionato ma vincere l’Europa League e qualificarsi alla Champions è stata una grande cosa. Se tu guardi i giocatori che hanno vinto quella Coppa, vedi Darmian, Herrera, Fellaini, Pogba, Mata, Rashford ecc. Non c’erano giocatori come Ferdinand e Vidic, quindi abbiamo fatto grandi cose. Poi l’anno successivo abbiamo perso alcuni match e l’ultimo è stato contro il Liverpool. A quel punto la società ha deciso di mandarmi via”.
Sul suo rapporto con i giocatori africani ha aggiunto: “Non posso andare in Africa perché mi amano tutti lì. Ho avuto tanti giocatori africani: Mikel, Drogba, Essien, Kalou, Eto’o, Muntari. Loro sono puri e leali: ho sempre avuto buone risposte da loro”.
Sul pallone d’oro non dato a Sneijder nel 2010: “Non credo sia stato derubato, perché lo ha vinto Messi. Lui però ha vinto la Champions League, ha fatto il triplete, ha fatto la finale del Mondiale ed è giusto che fosse nella top 3. Ma in quelle generazioni quando c’erano Messi e Ronaldo non si poteva mai definire derubato”.
Mourinho ha anche rivelato un retroscena: “Avevo un’offerta dall’Inghilterra nel 2007/2008 quando poi c’è andato Capello. Ho rifiutato perché ho sempre avuto nella mente che la Nazionale fosse qualcosa con cui non potevo divertirmi. Comunque ora l’Inghilterra ha una grande generazione di giocatori. Bellingham ha una grandissima personalità, si vede anche dal solo esultare come fa lui al Bernabeu”.
Infine sul futuro ha detto: “Futuro? Non lo so. Io non capisco la gente che si prende un anno sabbatico. Non mi diverto quando non lavoro. Voglio solo farlo ma devo avere pazienza per trovare la giusta opportunità”.