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De Zerbi: “Polemica Superlega? Forse così non andrò mai in quei club”

L’allenatore neroverde dopo la vittoria contro il Milan: “Confermo quello che ho detto, parola per parola. Oggi Squinzi sarebbe stato orgoglioso”

La vittoria contro il Milan vale più di tre punti per Roberto De Zerbi. Il successo in rimonta del suo Sassuolo a San Siro è arrivato il giorno dopo la netta presa di posizione dell’allenatore contro la Superlega: “Ho preso una posizione per difendere la mia vita, tutta improntata sul calcio – racconta De Zerbi a Sky – Costa perché probabilmente mi sono precluso la possibilità di andare in questi club, ma lo rifarei perché sono dalla parte del giusto“.

 

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Il riferimento è relativo a Juventus, Inter e Milan, le tre società italiane che avrebbero dovuto far parte della Superlega. E proprio nel Milan è cresciuto De Zerbi che parla dei suoi riferimenti: “Io sono cresciuto nel Milan con campioni veri che non ci sono più in nessuna squadra. Qualcosa da loro a livello di mentalità me lo porto con orgoglio. Milan, Inter e Juve sono società importanti, se vanno a toccare anche il mio mondo è giusto che prenda una posizione forte“.

 

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Confermo quanto ho detto, parola per parola – aggiunge De Zerbi – Da ieri ho toccato con mano quanto sia difficile prendere una posizione. Oggi non dovevamo dimostrare serietà o che sappiamo giocare a calcio. Ho parlato con i giocatori dicendo loro che bisogna prendere posizione se ne vale la pena. Quando serve bisogna far uscire quello che si pensa senza paura. Non so se hanno capito il polverone che ho creato e c’hanno messo qualcosa in più, ma anche loro non dovevano dimostrare niente. C’è un attaccamento che va oltre anche nelle scelte che verranno prese in futuro“.

“Oggi Squinzi sarebbe stato orgoglioso di noi”

Parlando della partita, De Zerbi ha voluto fare una dedica a Giorgio Squinzi, il patron del Sassuolo scomparso a ottobre 2019: “La voglia è sempre stata tanta, bisogna far andare d’accordo il cervello e il cuore. Siamo professionisti, dobbiamo portare i risultati, ma il rapporto che c’è tra me, la società e i giocatori va oltre il calcio. Oggi sarebbe stato orgoglioso il nostro patron, vincere in questo modo dopo le polemiche di ieri l’avrebbero reso orgoglioso.

 

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Parole d’elogio, invece, per Raspadori: “L’emozione è tanta, abbiamo tanti giovani come lui ed è bello vederli migliorare. Con il tempo acquisiscono convinzione e un po’ di menefreghismo perché l’attaccante deve essere così. Poi fa questi gol perché è forte di suo“.