“Non è mai tardi. Io sono al Milan a 30 anni, questo fa capire che tutto è possibile” ha detto Junior Messias ai microfoni di Milan Tv. L’ex Crotone, arrivato in rossonero agli sgoccioli del calciomercato, si è raccontato ai tifosi milanisti.
Il primo impatto
Dalla UISP al Milan, il salto non è di certo breve. Per Messias ora si apre un capitolo che poteva sembrare un miraggio anni fa: “È stato bello, vedere un centro sportivo così…È stato un piacere allenarmi con Ibra, con mister Pioli. Quando vedo il Milan penso a Dida, che è ancora qui, a una squadra che ha rivoluzionato il calcio, a Maldini, che è una leggenda del calcio, agli altri brasiliani. Penso al Milan e penso a chi ha fatto la storia, li vedevo in tv ed è emozionante. L'anno scorso ho fatto un'intervista dove dicevo: mi sono reso conto di essere un giocatore di Serie A quando sono entrato in sala video per studiare gli avversari. E c'era il Milan".
La storia di Messias
Messias poi continua parlando la storia della sua famiglia: ”Mio papà è Walter senior, da qui junior. Siamo due fratelli e due sorelle, sono tutti in Brasile. Mio fratello è venuto nel 2002, ha vissuto qua fino al 2011, ero venuto a Torino con lui. E ho iniziato a costruire la mia storia e nel 2015 ho iniziato a fare il calciatore”.
L’ex Crotone racconta anche la storia dietro al suo soprannome (Mico). Come ogni brasiliano da bambino per puro caso gli viene affiliato un nomignolo che poi si porterà dietro per tutta la vita: “In Brasile mi chiamano così, perché quando ero piccolino mia cugina ha chiesto un passaggio a un suo amico che gli ha detto "te puoi salire, ma lui no, sembra un mico", cioè una scimmietta piccolina. E da lì i miei fratelli hanno iniziato a prendermi in giro, io mi arrabbiavo e poi dopo è diventato il mio soprannome".
Continua a raccontarsi a Milan Tv, Messias spiega anche alcuni dettagli sulla sua vita privata, tra cui la sua fede: ”Prima del match prego sempre. A Torino andavo sempre in chiesa prima della partita, il lunedì andavo a pulirla, martedì il culto. Diventa una grande famiglia. Ho tanti amici di tante nazioni".
Poi passa ai suoi racconti di quando giocava negli amatori a Torino: ”Ho iniziato coi peruviani nel torneo Uisp, ed è stata la mia famiglia in Italia. Poi mister Ezio Rossi mi ha indirizzato nella strada per fare il calciatore. Mi ricordo che ci faceva faticare tanto, era duro". E continua: "Quando sono arrivato qua lavoravo, poi nel 2015 e 2016 ho iniziato a giocare. Quei due mesi che non giocavo andavo a fare le consegne, perché avevo un grande rapporto coi ragazzi che avevo conosciuto lì".
Il Crotone e il Milan
Poi l’arrivo tra i professionisti. Prima del Crotone, il Gozzano in C, ma è con il calabresi che Messias ha fatto il salto definitivo: ”Mi ha cambiato la vita, ho iniziato in B, ho fatto la A, lì ho iniziato a diventare calciatore vero. Ho trovato un allenatore bravo, come mister Stroppa, e ho trovato una famiglia. Nello spogliatoio ragazzi unici. Non è stato semplice dopo 5 anni che sei partito dall'Eccellenza arrivare in Serie A, non è normale”.
Un obiettivo raggiunto grazie anche alla mentalità instillata da papà Walter: “Cerco sempre di migliorare ogni giorno, di fare sempre più del giorno prima, perché nella vita e nel calcio quello che fai oggi per domani non serve, bisogna lavorare giorno per giorno. Questa favola me la sono meritata. Ho fatto tanti sacrifici: non sono stato sul divano ad aspettare, sono andato e me la sono presa. Questo è l'insegnamento che mi ha dato mio padre".