La sua avventura in Portogallo è durata solo pochi giorni. Giusto il tempo di presentarsi per poi dovere rifare le valigie e andarsene. Il matrimonio fra Lo Sporting CP e Sinisa Mihajlovic è durato pochissimo. Chiamato dal vecchio presidente Bruno de Carvalho, l'allenatore serbo è stato poi licenziato dal nuovo patron Sousa Cintra alla fine di giugno: "Avevo accettato con grande entusiasmo, come sempre quando inizio una nuova esperienza professionale - ha raccontato Miha alla Gazzetta dello Sport - ma proprio perché stavolta si trattava di andare all’estero in un campionato prestigioso ma per me nuovo, durante la trattativa avevo preso tutte le informazioni e anche le precauzioni. Mai mi sarei aspettato invece che in panchina mi sarei ritrovato in un'aula di tribunale a far valere i miei diritti calpestati".
Per lui, in estate, si erano mossi un club francese e anche uno inglese, ma ha voluto da subito lo Sporting Club de Portugal nonostante una situazione a dir poco complicata: "Con l’ex presidente De Carvalho avevamo parlato a lungo, deciso la campagna acquisti, insomma erano state fatte le cose come si deve anche impostando più strategie qualora il club avesse perso dei giocatori con cui erano aperte delle cause". Poi l'ex presidente è stato sollevato dall'incarico e i nuovi dirigenti hanno unilateralmente annullato il contratto già firmato da Mihajlovic, che poi non ha avuto la possibilità di trovarsi un'altra sistemazione: "Confermo di essere stato licenziato senza giusta causa dallo Sporting CP pochi giorni prima dell’inizio del contratto che mi avrebbe legato per le prossime tre stagioni - ha spiegato - verso metà giugno mi sono recato a Lisbona per trattare con i dirigenti dello Sporting il mio ingaggio e quello del mio staff. Il 18 giugno abbiamo sottoscritto un accordo triennale a partire dal 1 luglio. Pochi giorni dopo, tuttavia, il presidente Bruno de Carvalho – che mi aveva fortemente voluto allo Sporting – veniva allontanato dall’Assemblea dei Soci ed il 27 giugno il club mi sollevava dall’incarico sostenendo che non avessi superato il periodo di prova previsto dai regolamenti portoghesi per i contratti tra società e allenatori. Ma questa motivazione è assolutamente infondata e strumentale, visto che in quel momento il contratto non era neppure iniziato e io mi trovavo ancora in ferie in Sardegna...".
"In 30 anni di carriera, fra calciatore e allenatore, non mi era mai capitato niente del genere. Farò valere i miei diritti fino in fondo, questo è poco ma sicuro" Ha concluso l'allenatore serbo, che ha dato mandato allo studio del proprio legale di procedere davanti al TAS di Losanna per ottenere almeno il risarcimento contrattuale previsto in caso di esonero. Insomma, l'estate lunghissima di Mihajlovic è ancora lungi dal terminare...