Maxime Lopez è arrivato in Italia a inizio ottobre (QUI I DETTAGLI DELL'OPERAZIONE), per la sua prima esperienza all’estero dopo una vita passata nella sua Marsiglia. Intervistato ai microfoni di Téléfoot da Francesca Brienza, il centrocampista del Sassuolo ha commentato così i suoi primi mesi in Serie A: “Mi sto trovando bene. Ho ritrovato fiducia e minuti, e ne avevo bisogno. Mi ha fatto bene venire qui, e mi sto trovando alla grande, anche se la situazione legata al Covid ha rovinato un po’ alcune cose: ho giocato in degli stadi mitici ma senza tifosi. È stata una cosa un po’ triste. Detto questo, la vita in Italia è bella, soprattutto nei ristoranti - commenta ridendo. E soprattutto, col calcio sta andando tutto bene: sono il più felice del mondo."
Partire da casa. Una tappa difficile ma importante per crescere e diventare grandi: “Lasciare Marsiglia non è stato facile. È stata la prima volta che me ne sono andato e che ho lasciato parenti e amici. Sono partito per diventare un uomo e sono venuto qui solo con la mia ragazza: mi sto trovando molto bene. Un ritorno all’OM? Non adesso. Ho voltato pagina”.
LEGGI ANCHE: OLYMPIQUE MARSIGLIA, PASSI AVANTI PER MILIK - LE ULTIME NEWS
Maxime Lopez ha poi continuato: "Avevo sentito parlare di questa squadra e di Roberto De Zerbi, ma non conoscevo bene questo ambiente. Poi ho parlato con l'allenatore al telefono: in cinque minuti mi ha fatto venir voglia di venire qui. Non ha cercato di convincermi: mi ha solo parlato della sua filosofia di calcio. Come detto, in cinque minuti avevo già voglia di allenarmi con lui. Qui giochiamo un gran calcio. A volte prendiamo gol, ma ne facciamo tanti. Questa squadra è forte, ed è fatta da giocatori di grande qualità".
A Sassuolo, Lopez ha trovato anche un suo vecchio amico, Jérémie Boga: "È stato lui che mi ha scritto per primo, dicendomi che l'allenatore mi voleva. Ci siamo sentiti al telefono e mi ha fatto da tramite con De Zerbi che mi ha ridato fiducia e piacere nel giocare a calcio. Ne avevo bisogno perché l'ultimo periodo a Marsiglia non è stato facile".
A proposito di Marsiglia, e del suo rapporto con André Villas-Boas: “Nel periodo in cui all’OM giocavo poco, io comunque mi sono sempre allenato al massimo. Stimo Villas-Boas, abbiamo avuto un buon rapporto anche se ho giocato poco. Ogni tanto c’è stato qualche diverbio, perché anch’io ho un caratterino, ma c’è sempre stato un rapporto chiaro tra di noi. Ci siamo sempre detti le cose in maniera franca e diretta. Fortunatamente a Sassuolo sono riuscito ad adattarmi subito: ero pronto per questo cambiamento nella mia testa. Avevo bisogno di dimostrarlo subito. Sono arrivato con una grande voglia di 'spaccare tutto' e una grande voglia di giocare. E il gol contro il Napoli è stata una bella rivincita per me”.
Sulle differenze tra Ligue 1 e Serie A: "La prima cosa che mi ha colpito è l'attenzione per la tattica che c'è qui in Italia. Credo che, per quanto riguarda la tattica, la Serie A sia il miglior campionato in Europa. Nelle partite tutto è studiato nei minimi dettagli: quel che facciamo in allenamento viene riprodotto in campo la domenica nella stessa maniera. Questo mi ha colpito di più". E sulla squadra che lo ha impressionato di più: "È l'Atalanta. Una squadra difficilissima da affrontare. La cosa che mi colpisce è che tutti i giocatori sanno esattamente cosa fare. Fanno cose difficili con grande facilità e mettono tutti in difficoltà".
Giocare in Serie A. Un'opportunità per giocare contro grandi campioni: "Non ho giocato contro Ibra, ma ho affrontato Cristiano Ronaldo e Ribéry, che peraltro conosco. Fanno parte della storia del calcio: è impressionante giocare contro di loro, e allo stesso tempo mi rende fiero e contento perché da piccolo li guardavo in televisione. Difendere contro CR7, ad esempio, è una roba da pazzi. Anche alla sua età è sempre in grande forma. Giocare in Serie A è bello anche per questo: era un campionato che aveva perso un po' di charme, ma ora è tornato a essere uno dei più accattivanti in Europa, che non ha niente da invidiare agli altri campionati. Almeno per me". E adesso ritroverà anche un ex compagno da avversario, Kévin Strootman: "Sono molto contento di ritrovarlo. Mi trovavo bene con lui, parlavamo spesso. Abbiamo lo stesso preparatore atletico. È una bella persona e un grande professionista. Quando sono venuto in Italia si è dimostrato disponibile per darmi consigli e aiuti. Poi in campo ha un carattere da pazzo".
Un commento sulla situazione che lo lega al club neroverde, che lo dovrà riscattare obbligatoriamente una volta arrivato a quota 20 presenze: “Non so a quante partite sono (12, ndr), ma sì: mi farebbe piacere rimanere qui”. E infine, sul suo futuro: “Dove mi piacerebbe essere tra cinque anni? Vorrei giocare in un top club, giocare la Champions e vincere titoli. Credo sia l’ambizione di qualsiasi giocatore”.